REDAZIONE MONZA BRIANZA

Il teatro Villoresi annulla la “Tosca“

Il direttore Gennaro D’Avanzo: "La cultura è presa a pesci in faccia mentre i ristoranti e i locali sono pieni"

Il Teatro Villoresi revoca l’apertura. Niente "Tosca" per oggi. Il direttore artistico: "Mascherine obbligatorie, nessun aiuto dal Comune: Monza è chiusa alla cultura". "Il mese di luglio rappresenterà una rinascita, perché lo spettacolo non si fermi". Così aveva scritto pochi giorni fa il direttore artistico del teatro Villoresi Gennaro D’Avanzo per annunciare la ripresa con la stagione estiva "Domenica all’Opera" con Tosca, Bohème e Traviata e poi il Cineforum, in collaborazione con Procultura e i Padri Barnabiti.

Invece, viste le nuove disposizioni di Regione Lombardia, si è fermato tutto. "Le mascherine vanno indossate all’aperto e anche al chiuso - dice il direttore artistico - Per noi è impensabile lasciare che le persone assistano per 2 ore a uno spettacolo senza poter respirare liberamente e senza poter avviare l’aria condizionata. Stiamo sostenendo costi enormi per una sala che ha già affrontato la ripartenza, lo scorso settembre, dopo anni di inattività. A quest’ora avremmo dovuto raccogliere i frutti del nostro investimento, invece raccogliamo i cocci. Dobbiamo spendere ancora per dispositivi, sanificazione, controlli. La cultura è presa a pesci in faccia - rincara la dose D’Avanzo - I ristoranti e i locali sono pieni. Le partite favoriscono assembramenti e festeggiamenti. Basta fare una passeggiata in centro per accorgersi che la mascherina ha sostituito l’orologio al polso. In teatro invece no, non si può".

Resta confermato il cineforum, frequentato da circa 25 spettatori a serata, mentre l’Opera che ne richiama almeno 120 non è proponibile al caldo, con le mascherine, per un pubblico... in là con gli anni. "La stagione riprenderà a ottobre - continua il direttore - Ma bisogna programmare pubblicità, gestione sala, adeguamento, personale; emissione di voucher per gli abbonati che non hanno potuto assistere agli spettacoli già pagati, recuperare le date; fare il calendario. Siamo un teatro autofinanziato, non rientriamo in nessun piano di sovvenzioni. Sono sempre stato un ottimista, ma ora comincio a preoccuparmi per il futuro dei teatri".

Cristina Bertolini