SONIA RONCONI
Cronaca

L’ex Transatlantico affondato a Seveso, operazione recupero per le piscine

La struttura a forma di grande nave ospitava negli anni Sessanta un centro sportivo all’avanguardia. Chiuso per la diossina prima e gli incendi poi, l’impianto è stato sottoposto a una complicata ristrutturazione

Una foto d’archivio illustra i risultati dei due incendi dolosi scoppiati nel 2006 e rimasti impuniti, da allora il “transatlantico“ di Seveso è chiuso

Una foto d’archivio illustra i risultati dei due incendi dolosi scoppiati nel 2006 e rimasti impuniti, da allora il “transatlantico“ di Seveso è chiuso

L’ex Transatlantico è affondato dopo ben due incendi dolosi scoppiati nel 2006 e rimasti impuniti. Da allora il centro sportivo comunale dotato di piscine e campi di calcetto, bar e ristorante all’angolo fra via Ortles e viale Redipuglia è sempre più degradato. Da anni galleggia in un mare di rifiuti e detriti. Sono passate diverse amministrazione e malgrado le buone intenzioni, nulla è stato fatto.

"Non perderemo un attimo di tempo". Con queste parole l’assessore ai lavori pubblici Roberto Crippa ha ribadito l’impegno dell’Amministrazione comunale nella riqualificazione dell’area ex piscine di via Ortles, uno dei cantieri prioritari del suo mandato. Durante la recente seduta del Consiglio comunale, l’assessore Crippa ha fornito un aggiornamento sullo stato dei lavori, sottolineando come alcuni imprevisti abbiano rallentato l’avanzamento del cantiere. Tra questi, la demolizione di spessori di cemento armato superiori a quelli previsti, la presenza di sottoservizi non segnalati nel progetto esecutivo e la necessità di riqualificare l’intera recinzione, danneggiata dalle intemperie. Nonostante queste difficoltà, i lavori sono proseguiti con la ditta incaricata.

"L’Amministrazione comunale – conclude Crippa – sta inoltre valutando la possibilità di apportare ulteriori migliorie al progetto per consentire l’utilizzo del centro sportivo e ricreativo durante tutto l’anno, attraverso l’affidamento per la gestione della struttura ad una società specializzata tramite bando pubblico. L’iter per l’affidamento sarà avviato a breve. L’obiettivo è quello di creare un polo sportivo e ricreativo di eccellenza, in grado di soddisfare le esigenze di tutti i cittadini".

L’impianto anni Sessanta, celebre per la sua architettura a forma di nave, fu chiuso per la prima volta nel 1976 dopo la tragedia della diossina. Quindi dopo la riapertura dei privati è finito soffocato da due incendi. Le vecchie generazioni lo ricordano con affetto come il “transatlantico“, così era chiamata l’imponente struttura sportiva: un’area di 5.500 metri quadrati. Fu inaugurato agli inizi degli anni ‘60 e all’epoca della realizzazione costituiva un’eccellenza in Brianza, con una piscina olimpionica, una per bambini e una vasca per i tuffi. L’incidente dell’Icmesa, poco distante, fu un punto di svolta cruciale: interruppe le funzioni della struttura che mai, da quel momento, ripresero al 100 per cento anche a causa, negli anni ‘80 e ‘90, di problemi nelle gestione. Nel 2006 lo stop definitivo.