Milano, 26 aprile 2024 – La candidatura di Ilaria Salis alle elezioni europee dell’8 e 9 giugno era una notizia nell’aria da prima che venisse confermata da Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, i due co-portavoci di Alleanza Verdi e Sinistra dopo l’iniziale smentita a seguito dell’esclusiva del Foglio. Dopo la conferma della candidatura a metà aprile della monzese, detenuta da oltre un anno in carcere a Budapest, in Ungheria, non era ancora arrivato nessun commento dalla diretta interessata, se non dal padre Roberto, che dall’inizio della vicenda si è esposto pubblicamente a difesa della figlia.
Le parole di Ilaria sono arrivate nel corso di questa mattina, presso la sala stampa di Montecitorio dove Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni insieme a Roberto Salis hanno tenuto una conferenza stampa in merito alla presentazione della candidatura alle elezioni europee, nelle liste di Alleanza Verdi e Sinistra della monzese di 39 anni.
La lettera di Ilaria Salis: “Grazie del supporto e dei sorrisi”
"Ringrazio con tutto il cuore le persone che mi hanno supportato in Italia, senza rimanere indifferenti alla sconvolgente storia di cui sono, mio malgrado, protagonista da più di un anno. Famigliari, compagne e compagni, amici con cui condividevo progetti e altri che non vedevo da molti anni, insegnanti e colleghi e le migliaia di persone che pur non conoscendomi, sono solidali con la mia situazione – ha scritto Salis – I sorrisi che ho trovato ad accogliermi alle udienze mi hanno scaldato il cuore e dato consapevolezza di non essere sola".
"Fiera che l’Italia si sia mobilitata”
"Sono fiera che un paese come l'Italia si sia mobilitato per quello che mi sta accadendo. Davanti a me ho ancora mesi, forse anni, in questo buco nero, non voglio sottrarmi a un giusto processo ma difendermi in un procedimento equo. L’unica certezza in questo momento è la richiesta della procura: undici anni di carcere duro – ha scritto Ilaria al padre che però ha voluto che la missiva fosse letta da una donna e quindi ha scelto la sua collaboratrice, Anna Pozzali a dare voce alle parole della figlia.
La richiesta di un processo equo
"Non è mia intenzione sottrarmi al procedimento di cui in cui sono imputata, ma difendermi nel processo, nel rispetto dei diritti fondamentali, dei principi di proporzionalità e della presunzione di innocenza”.
“So di non essere un caso unico e ho avuto la fortuna di non essere dimenticata, ma situazioni simili sono sono all'ordine del giorno in diversi paesi d’Europa, per questo, dopo notti insonni e settimane di tormentate riflessioni, ho accettato la candidatura. Voglio portare l’attenzione che mi avete mostrato anche alle altre persone che si trovano nella mia stessa situazione e trasformare la mia vicenda in qualcosa di costruttivo, per la tutela dei diritti fondamentali", ha concluso la donna che si trova detenuta preventivamente con l’accusa di lesioni aggravate nei confronti di manifestanti di estrema destra durante un raduno neonazista noto come “Giorno dell’onore”.