Monza, 5 febbraio 2024 - Trecentocinquanta candele. Un’altra cinquantina senza perché le candele erano terminate.Il corteo per chiedere la liberazione di Ilaria Salis, l’attivista di 39 anni di origini monzesi detenuta in Ungheria da quasi un anno, ha percorso in maniera pacifica la via Italia.
Nessun simbolo di partito, nessuna bandiera. Il Pd, che aveva lanciato l’idea, su richiesta di tanti ex studenti del liceo classico Zucchi, lo aveva promesso e così è stato. Ritrovo in largo Mazzini, destinazione Arengario. Ad attenderli in piazza Roma sotto quella che era chiamata “La Parlèra”, il sindaco Paolo Pilotto. Ex insegnante proprio di Ilaria Salis. Che ha ribadito quanto già detto al nostro giornale: “Noi siamo la culla del diritto romano e del diritto anglosassone. Difendiamo la cultura giuridica italiana ed europea". Poi ha aggiunto: "Alcune delle dichiarazioni fatte da membri di questo governo, non da Tajani, dimostrano una minore disponibilità a entrare nella vicenda per una questione ideologica".
La fiaccolata, come specificato da uno dei consiglieri comunali promotori, Stefano Gentile, è stata organizzata proprio per "chiedere che si applichino le leggi, il rispetto dei diritti fondamentali, sopra i quali non si può e non si deve fare politica".
In corteo, tanti ex studenti dello Zucchi, divenuti nel frattempo medici, insegnanti, manager, ricercatori universitari, politici. E tante mamme, mandate in missione da chi non poteva essere a Monza e seguiva le vicende di Ilaria Salis anche dall’estero, da Washington a Londra a Zurigo, ma oggi voleva esserci.
Papà Salis
“Ringrazio tutti e sono commosso, nonostante l'incontro di oggi non sia stato positivo e non abbia portato a quello che mi aspettavo, non molleró”. Lo ha detto Roberto Salis, raggiunto al telefono dagli organizzatori della fiaccolata che si è svolta a Monza a sostegno della figlia Ilaria.
Il padre di Ilaria, dopo l'incontro avuto con il ministro Carlo Nordio, appena fuori il ministero di via Arenula, aveva detto: “è andata molto peggio di come ci aspettavamo" e poi sottolineato che “non vediamo nulla che possa migliorare la situazione, siamo stati completamente lasciati da soli". Quindi aveva spiegato: "Mi dicono che ci sono 2.500 italiani in queste situazioni e che non si può fare una azione preferenziale nei confronti di nessuno. Ma se lasciamo tutti lì siamo in uno Stato che difende i cittadini?".