Una fiaccolata lunedì sera per Ilaria Salis. Senza simboli di partito o bandiere. Come cittadini e membri di una comunità. Anche il Consiglio comunale di Monza si è accorto del caso Ilaria Salis, la donna di 39 anni originaria della città, dove è nata, cresciuta e si è diplomata, detenuta da quasi un anno in un carcere ungherese.
Intanto ieri Roberto Salis, il padre, ha incontrato il presidente del Senato Ignazio La Russa. Un incontro cordiale, con La Russa che si è detto estremamente favorevole alla concessione dei domiciliari in Italia e il padre che ha chiesto di abbassare i toni della polemica politica.
A sollevare il caso nella seduta del Consiglio comunale di Monza era stato Lorenzo Gentile, del Partito democratico, che ha riassunto la situazione ricordando e leggendo stralci della lettera scritta dalla stessa Salis ai suoi avvocati e in cui riferisce le condizioni disumane della sua detenzione. Arrestata per presunte aggressioni a due neonazisti che stavano partecipando a una manifestazione organizzata ogni anno da gruppi di estrema destra nella capitale ungherese, Ilaria Salis da allora è in cella in condizioni igieniche precarie, con vestiti sporchi, insetti, scarsità di cibo e prodotti per l’igiene personale. Trasportata, come si è visto al processo aperto il 29 gennaio, legata con una catena, un guinzaglio di cuoio e i ceppi ai piedi. Condizioni per cui, ha ricordato Gentile, l’Ungheria è stata già più volte censurata dalla Corte europea dei Diritti dell’Uomo.
La richiesta al Consiglio comunale di Monza avanzata nella mozione protocollata giovedì è di fare pressioni presso il Governo italiano e quindi quello ungherese per ottenere un trasferimento in Italia della donna, per essere processata in videoconferenza nel nostro Paese, in regime di arresti domiciliari.
"A Monza purtroppo mi è stato fatto notare da ex compagni dello Zucchi – ha detto Gentile – che non è ancora stato dedicato un momento a questa questione. Avanzo quindi una proposta a nome mio e come consigliere comunale e a nome anche della maggioranza di promuovere una fiaccolata che si concluderà all’Arengario alle 18.30".
Una fiaccolata "apolitica, senza simboli e bandiere di partito", appunto, "dove ognuno partecipa come cittadino e membro dell’istituzione con l’obiettivo di protestare contro le condizioni disumane in cui è detenuta Ilaria e per chiedere al nostro Governo di intervenire per risolvere il prima possibile questa situazione".
Il sindaco Paolo Pilotto (ex professore di Ilaria Salis allo Zucchi) ha ribadito i contatti continui con la famiglia di Ilaria, di cui era stato professore.
Nella minoranza la questione è aperta. Alessandro Corbetta, capogruppo in Regione della Lega, ha replicato: "Serve cautela, non è una martire. Ogni Paese UE ha le sue leggi, aspettiamo che la giustizia faccia il proprio corso. È vero che fino a prova contraria si è tutti innocenti, altrettanto vero è che Ilaria Salis ha procedimenti penali in corso in Ungheria per aver aggredito pesantemente, insieme ad altri coimputati tedeschi di estrema sinistra, alcuni militanti e persone ritenute di estrema destra. Quello che può fare il Governo italiano è vigilare affinché il processo sia equo e giusto, auspicando che l’imputata possa dimostrate la propria innocenza, nel rispetto dell’indipendenza della magistratura ungherese".
"Serve quindi cautela da tutte le parti e il primo a cui la raccomando è proprio il sindaco Pilotto che la definisce ‘mite, schiva e intelligente’. Oltre a questi fatti che verranno accertati, non si può prescindere dal fatto che questa persona è collegata ai centri sociali e proprio a Monza nel 2017 ha partecipato a un corteo di centri sociali e anarchici poi sfociato nell’aggressione di alcune ragazze della Lega e alla distruzione del loro gazebo in piazza".