Ilaria Salis al corteo del 2017 e l’assalto al gazebo della Lega. Cosa successe e perché è stata assolta: ecco il video

Monza, il danneggiamento del banchetto del Carroccio in via Italia ripreso da uno smartphone: il video venne poi utilizzato al processo contro gli antagonisti

Un fotogramma del video dell'aggressione al gazebo leghista di via Italia a Monza. Cerchiata in rosso Ilaria Salis mentre allontana uno dei manifestanti

Un fotogramma del video dell'aggressione al gazebo leghista di via Italia a Monza. Cerchiata in rosso Ilaria Salis mentre allontana uno dei manifestanti

Monza – Un corteo che attraversa le strade di Monza al grido “Immigrati solidarietà, fuori i fascisti dalle città”. I manifestanti, appartenenti al centro sociale Boccaccio, tra i quali c’è anche Ilaria Salis incrociano un gazebo per il tesseramento allestito dalla Lega via Italia. Il tendone e il tavolo con il materiale del Carroccio vengono rovesciati: le due ragazze del movimento Giovani padani si allontanano spaventate. L’allora segretario cittadino della Lega Nord, Federico Arena denuncia tutto in questura, parte l’indagine della Polizia di Monza. È il 18 febbraio 2017. L’episodio è stato ricordato dalla Lega in questi giorni in merito alla detenzione di Ilaria Salis in Ungheria

Il processo: tutti assolti

I fatti di via Italia vennero documentati in un video, poi finito su Facebook (diffuso anche da Matteo Salvini), che il giudice in seguito utilizzò per il riconoscimento dei responsabili. Finirono a processo in quattro, tra cui Ilaria Salis, con l’accusa di violenza privata e danneggiamento. La sentenza è arrivata l’1 dicembre 2023: assoluzione per i 4 imputati, richiesta peraltro dallo stesso pm. Nelle motivazioni la giudice Maria Letizia Borlone, descrive così quanto si vede nel video e il ruolo di Ilaria Salis: “Salis metteva il braccio dietro la schiena ad un giovane che aveva buttato a terra la bandiera leghista, come ad invitarlo a proseguire il corteo”. 

Chiuso in primo grado

Durante il processo vennero sentite come testimoni le due militanti della Lega presenti al gazebo e anche il segretario cittadino del Carroccio, Federico Arena, che divenne poi assessore alla Sicurezza con il nuovo sindaco Dario Allevi. Pur essendo parte offesa, la Lega non si è costituita parte civile e il processo si è quindi chiuso in primo grado, visto che il pm non ha presentato ricorso.

L’antefatto: tensione in città

L’assalto al gazebo leghista di Monza del 2017 nacque (anche) dalla tensione che in quei giorni si viveva in città. Tutto era nato qualche giorno prima, il 13 febbraio, quando l'Associazione amici e discendenti degli esuli (Ades), legata a Lealtà Azione, aveva dato appuntamento alla Villa Reale per il sabato per celebrare il Giorno del Ricordo, la commemorazione in memoria delle vittime delle foibe. Immediata la reazione di Anpi e Aned che chiesero di poter effettuare un presidio a cui aderirono anche il Cgil e, appunto, il centro sociale Boccaccio.

Il corteo di Lealtà e Azione

A tutti il questore concesse un presidio ma vietò di manifestare per le vie della città per evitare che i due gruppi venissero a contatto. Di fatto però, i militanti di Lealtà Azione marciarono dalla loro sede fino alla Villa Reale, dove si trovarono anche militanti di Fratelli d’Italia con l’attuale presidente del Senato, Ignazio La Russa.

Il centro sociale Boccaccio

Fecero un breve corteo anche i militanti del Boccaccio che, dalla sede del centro sociale in via Timavo, attraversarono via Italia per arrivare al presidio dell'Anpi. Proprio in quella strada passarono di fianco al gazebo della Lega per il tesseramento e lo distrussero.