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Immagini come parole: le icone bizantine raccontano le Sacre Scritture

Mostra di icone bizantine di Antonella Formenti a Monza fino a sabato. L'artista spiega come ogni opera sia collegata alla Sacra Scrittura. Tecnica rigorosamente bizantina con legno, gesso, pigmenti e doratura. Simboli del legno della croce e del manto della Veronica.

Immagini come parole: le icone bizantine raccontano le Sacre Scritture

“Icona, immagine come parola“: è il titolo della mostra in esposizione fino a sabato nella Sala Granaio del Duomo di Monza (via Canonica 8). Si tratta di una serie di 24 icone di Antonella Formenti, iconografa da oltre 20 anni, riconosciuta in ambito nazionale e internazionale per le sue icone che riprendono la tradizione bizantina, ma con una connotazione particolare che rende riconoscibile la mano dell’artista. La mostra è aperta dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 18.30. L’artista Antonella Formenti è sempre presente per spiegare le sue opere ai visitatori. "Avvicinarsi a questo mondo misterioso penetrandovi senza fretta – le parole di Formenti – consente di scoprire l’intimo collegamento di ogni opera con la Sacra Scrittura, la simbologia di ogni colore, di ogni materiale, di ogni gesto e di ogni elemento rappresentato. Capire il perché di ogni fase di lavoro, mi aiuta a comprendere quando e come proseguire. Sono consapevole di essere stata invitata a camminare verso la luce in quanto destinataria della Parola di Dio".

L’artista si attiene rigorosamente all’antica tecnica bizantina. L’icona viene realizzata con legno di tiglio, di betulla o di quercia. Successivamente viene poi trattata con la colla di coniglio, sopra la quale si pone un telo di lino e poi vengono spalmate otto mani di gesso. Terminata la gessatura, la tavola va lisciata perfettamente con carta vetrata di grana finissima. Dopo essere stato studiato accuratamente, si passa al disegno. Il colore usato è un pigmento che va sciolto in un’emulsione, costituita da tuorlo d’uovo, vino ed essenza di lavanda. Poi interviene la doratura terminata la quale ci sarà la lucidatura di alcune parti dorate, tramite le pietre d’agata. Il legno della tavola ed il telo di lino ricordano rispettivamente il legno della croce ed il manto della Veronica durante la Via Crucis per asciugare il volto sfigurato di Gesù.

Cristina Bertolini