GUALFRIDO GALIMBERTI
Cronaca

Impresa e sostenibilità: Rovagnati, la svolta green

L’azienda di Biassono ha dato vita ad un team di 11 persone col compito di sviluppare progetti concreti di “qualità responsabile“

di Gualfrido Galimberti

Produrre ottimi salumi non basta: la Rovagnati, storica azienda alimentare con sede a Biassono, ha deciso di guardare un po’ più in là. L’attività d’impresa, d’ora in poi, si deve basare sulla sostenibilità. E, in pur stile brianzolo, non si tratta soltanto di slogan pronunciati a destra e a sinistra per suscitare ammirazione e incassare complimenti. Qui la scelta si basa su obiettivi concreti, tanto da dare vita a un team di 11 persone che ha come unico scopo quello di sviluppare il progetto “Rovagnati Qualità Responsabile“. Un piano impegnativo, che di certo non dev’essere portato integralmente a compimento nel breve periodo e che, anzi, diventa il modo di operare di tutte le funzioni aziendali. Il tutto, tanto per essere chiari, si traduce in quattro cardini: persone, benessere animale, nutrizione e ambiente. Dalla Rovagnati, insomma, arriva un messaggio ben preciso. Ovvero è possibile fare imprese nel pieno rispetto degli "Sdg’s", gli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dalle Nazioni Unite. Questi, in sostanza, riguardano sì la sostenibilità, ma nel suo più ampio significato: non solo ambientale, ma anche sociale ed economica.

"La sostenibilità è parte integrante del business di Rovagnati – commenta Marco Lentini, marketing director dell’azienda – e la creazione di un team dedicato è fondamentale per compiere giornalmente passi avanti nel percorso che stiamo effettuando. L’approccio alla sostenibilità deve essere olistico perché sia concreto, per questo il team si compone di persone integrate in ogni funzione aziendale". Rientrano proprio in questo progetto i passi importanti compiuti nei mesi scorsi. In occasione della Giornata Mondiale della Terra Rovagnati ha deciso di rinnovare il suo impegno con “Treedom“ per sviluppare progetti agroforestali in tutto il mondo. E’ grazie a questo accordo che la Foresta Rovagnati è arrivata a superare la soglia di 1.300 alberi in sette Paesi del mondo, scelti non a caso: Haiti, Honduras, Colombia, Camerun, Kenya, Madagascar e Tanzania da tutti vengono accostati al concetto di povertà e di crisi sociale.

L’iniziativa, infatti, al di là degli indubbi benefici ambientali (363 tonnellate di anidride carbonica assorbite ogni anno) si propone di garantire anche sviluppi sociali ed economici poiché dà lavoro a tante persone di questi Paesi. Gli alberi sono curati esclusivamente da agricoltori locali. Durante la primavera Rovagnati ha firmato un accordo con Gi.Ma. Trans per introdurre una significativa novità: il trasporto interno dei prodotti tra i vari stabilimenti con mezzi alimentati da Lng, ovvero dal gas naturale liquido. Non è un vezzo: garantisce emissioni davvero ridotte di anidride carbonica. Non solo: questi veicoli hanno le unità frigo alimentate da pannelli fotovoltaici. E poi c’è dell’altro. Perché Rovagnati non dimentica che anche a due passi dalla sua sede ci sono progetti da sostenere. Tra questi è bella la collaborazione con PizzAut, che a Cassina de’ Pecchi ha aperto la prima pizzeria al mondo completamente gestita da persone affette da autismo. Rovagnati dimostra di essere un’azienda che, oltre al profitto, ha come interesse l’impegno sociale. E’ anche un bell’insegnamento per il consumatore finale: sia perché l’azienda diventa un modello positivo da imitare, sia perché i suoi prodotti, grazie all’obiettivo sostenibilità, hanno il gusto della solidarietà.