BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Brianza, Capodanno difficile: mille tute blu rischiano il posto

Un inizio d'anno difficile in diverse imprese del settore metalmeccanico

Manifestazione sindacati

Monza, 29 dicembre 2018 - Mille posti a rischio: Capodanno in chiaroscuro per l’occupazione in Brianza. Il Vimercatese è il territorio più colpito con Hilux e Compel-Linkra in cima alla lista nera. La situazione più amara è per i 32 dipendenti della fabbrica dei cd di Usmate a un passo dal fallimento dopo l’illusione di poter ricominciare, «svanita in meno di un mese». Per il rilancio, o almeno per provarci, c’erano a disposizione 13 settimane di cassa integrazione, ma l’azienda non ne ha fatto richiesta lasciando operai e impiegati a bocca asciutta. Ed è da ottobre che non prendono lo stipendio. Un complicato incastro di tempi tecnici ha permesso invece a 200 lavoratori della Compel-Linkra di Agrate e Cornate di avere a disposizione gli ammortizzatori fino a marzo 2020, «ma il futuro presenta molti punti interrogativi sia per loro che per i 200 colleghi passati alla francese Cordon, che ha rilevato un ramo d’azienda dello storico marchio dei ponti radio messo in ginocchio dalla crisi», spiega Pietro Occhiuto, segretario della Fiom-Cgil Brianza.

L’elenco si allarga alla Metalfom di Agrate e alla gemella Metallegno, che ha congelato «l’annunciata cessazione di attività», lasciando con il fiato sospeso 60 operai e altrettanti nella consociata. Poco distante, c’è un’altra situazione in stand-by, alla Omr di Concorezzo. Anche qui, 60 famiglie aspettano «la ristrutturazione del debito promessa dalla proprietà», ricorda il sindacalista.

Il 2019 potrebbe rivelarsi decisivo anche per la Systemair di Barlassina, dove in 200 «in cassa perpetua» fanno impianti industriali di condizionamento. «Dopo anni a reddito dimezzato, gli ammortizzatori stanno finendo e il futuro non è certo roseo», aggiunge il segretario. Stessi numeri per la Sts di Desio, la linea dell’automotive dove 200 tute blu fanno i tettucci di macchine e camion «ma hanno prospettive incerte per colpa di un mercato stagnante». Come alla Cbi di Monza, brand dei ventilatori con 60 addetti e «problemi finanziari che hanno tolto il sonno ai dipendenti e alle loro famiglie». Per non parlare della caratese Sanvito & Somaschini «dove è aperta una procedura di licenziamento collettivo per 18 addetti su 153» e «quella degli esuberi alla Cavotec di Nova ancora da definire».

«Cè poi il discorso a parte di Candy ceduta ai cinesi di Haier – prosegue il segretario –. Il colosso globale ha promesso che il quartiere generale europeo sarà Brugherio, ma è tutto da verificare». «Non aiutano neppure i provvedimenti emanati recentemente dal governo – sottolinea Occhiuto - di fronte alle enormi difficoltà dei lavoratori si risponde con la logica incoerente dei tagli al capitale produttivo. Le risorse per gli investimenti che erano già limitate, pur essendo una leva essenziale per creare occupazione, sono drasticamente ridotte. Ad aggravare la situazione è la mancata risposta sul versante dell’estensione degli ammortizzatori sociali. Così, brindare è impossibile».