
Il corteo si è snodato dove sono stati già aperti i cantieri: «Uno stupro del nostro territorio, siamo preoccupati»
Non li ha fermati neanche il maltempo. Troppo forte l’esigenza di dire no alla nuova autostrada e ai suoi cantieri, che già hanno iniziato a portare sul territorio via vai di camion, polvere, rumore, il taglio di alberi, l’eliminazione di prati e zone a verde. Si sono ritrovati in 300 ieri pomeriggio alla “passeggiata intorno al cantiere“ di Pedemontana organizzata dal Comitato per la difesa del territorio sotto il titolo “Una vergogna di cantiere“. La manifestazione si è svolta tra le frazioni di Santa Margherita e Bareggia, dove già sono cominciati i primi lavori. Il corteo è partito da via Quintino Sella e toccando le aree coinvolte dai lavori, come via Santa Margherita, si sono dirette, sempre sui marciapiedi, lungo via Toti fino a Bareggia, "dove dovranno fare le perforazioni per la galleria vicino alla scuola elementare". Ci sono state le testimonianze di chi già sta vivendo i disagi. Ha parlato la mamma di un alunno delle elementari di Bareggia, molto preoccupata. Poi hanno preso la parola una residente di Santa Margherita, un espropriato e un abitante di Lentate che ha puntato il dito sulle compensazioni, su ciò che era stato promesso e ciò che è stato realizzato. Dopo una poesia scritta da un residente del quartiere e dedicata a chi si batte contro Pedemontana, ci sono stati gli interventi del Comitato. Che ha spiegato come abbia "ancora senso la mobilitazione contro Pedemontana, perché stiamo subendo uno stupro del territorio". "Anche se le ruspe stanno già lavorando noi siamo ancora in campo, non abbandoniamo la lotta - dicono -. Siamo persone normali, che stanno subendo un grande torto. Fanno passare un’autostrada tra scuole, cimiteri e chiese e la costruiscono non sapendo nemmeno dove andrà a finire, visto che non si conosce ancora il destino della tratta D. Ci auguriamo che possa succedere qualcosa che fermi questo scempio".
Fabio Luongo