DARIO
Cronaca

In città si torna a sfalciare l’erba. E la biodiversità?

Crippa Negli scorsi anni, in molti a Monza erano rimasti contrariati dinanzi alla crescita selvaggia dell’erba in parecchie parti della...

Crippa Negli scorsi anni, in molti a Monza erano rimasti contrariati dinanzi alla crescita selvaggia dell’erba in parecchie parti della...

Crippa Negli scorsi anni, in molti a Monza erano rimasti contrariati dinanzi alla crescita selvaggia dell’erba in parecchie parti della...

Crippa

Negli scorsi anni, in molti a Monza erano rimasti contrariati dinanzi alla crescita selvaggia dell’erba in parecchie parti della città. Con fastidi correlati come pessima visibilità gli incroci, scarso decoro urbano - a cui i Comuni paiono di solito particolarmente sensibili - sporcizia (sotto i cespugli si può infilare di tutto, dalle dosi di droga alla monnezza) e forasacchi, tanto nocivi per gli amici a quattro zampe.

E ci si interrogava sul perché di questa foresta amazzonica inaspettata. Poi si scoprì che era tutto scritto nero su bianco nel nuovo appalto del verde di Monza, che prevedeva un taglio differenziato a seconda delle zone della città,"affinché le esigenze di decoro (tipiche dell’erba rasata stile prato inglese) lascino spazio, soprattutto fuori dal centro, a nuove logiche di biodiversità e rispetto della natura".

E così, dopo che per mesi la Giunta aveva provato a negare il problema, alla fine aveva spiegato che sì, l’erba veniva lasciata crescere, ma lo si faceva per il bene dell’ambiente. Per favorire la biodiversità. E poi le api senza erba alta faticavano a portare a spasso il polline, con guai seri per una natura già sottoposta a stress dall’urbanizzazione della città. Specie a Monza dove, mentre l’erba cresceva, nel frattempo si continuava a costruire e cementificare.

Ora, sarà che l’assessore è cambiato, sono cambiate anche le idee e si tornerà alle vecchie abitudini.

È stato già fatto un nuovo contratto, con le stesse aziende sotto appalto, che prevede si torni a tagliare l’erba e a fare sfalci più puntuali. Anche in periferia, si spera, visto che fino a un anno fa si era deciso si concentrare gli sfalci soprattutto sul centro. E, incredibile, chi taglia dovrà anche andare a raccogliere i residui dello sfalcio, che prima invece venivano lasciati per terra con la motivazione che così si rinfrescava un po’ l’asfalto.

Il tutto costerà, extra appalto, 230mila euro. E le api? E il riscaldamento globale? E la biodiversità? Sarà per la prossima volta.