
Il tragico incidente sulla Milano-Meda
Cesano Maderno (Monza), 22 gennaio 2019 - In manette. Il ventiseienne di Lazzate, in Brianza, che ha provocato l’incidente sulla Milano-Meda, in seguito al quale è morto il tassista-eroe Eugenio Fumagalli, di 47 anni, è ufficialmente accusato – fra gli altri reati – di omissione di soccorso. Nella tragica notte fra il 12 e il 13 gennaio, lungo la superstrada all’altezza di Cesano Maderno, guidava ubriaco la sua Audi A3 a una tale velocità da non riuscire a evitare di tamponare la piccola Fiat 600 che lo precedeva. L’utilitaria è stata proiettata sulle barriere in cemento e si è ribaltata. Dopo l’impatto, nel quale aveva perso la targa anteriore, era serenamente ripartito.
Il tassista, all’opposto, aveva assistito alla scena e non aveva esitato a scendere dall’auto per prestare soccorso ed era stato travolto da altre due vetture in arrivo. Era morto sul colpo. Altre tre persone, i due fidanzati a bordo della 600 e un ventunenne, erano invece rimasti feriti. Sull’asfalto, indizi utili per la Polstrada di Milano, che ha indagato. Ad aiutare l'inchiesta il guidatore di un’automobile, che seguiva l’Audi dell’investitore, e che a sua volta è sceso a prestare soccorso. Sul cruscotto aveva una dashcam, una piccola telecamera che ha ripreso tutto.
Contro l’utilitaria fracassata dallo scontro, sono finite prima una Clio, e quindi una Passat: una delle due vetture ha causato la morte di Fumagalli, ma la dinamica ancora non è chiara.I conducenti delle due vetture sono indagati per omicidio stradale. Si sono presentati spontaneamente alla polizia stradale invece gli amici di D.P., il giovane arrestato, che lui stesso aveva accompagnato a casa tra le 3.30, orario dell’incidente, e le 5, quando è tornato dai genitori, nella casa dove abita. I tre ventenni brianzoli (una ragazza e tre ragazzi) hanno confermato poi quanto le immagini avevano certificato: il loro amico ha sorpassato due volte a destra facendo una gimkana tra le auto, prendendo in pieno la 600, per proseguire la corsa. Gli era stata ritirata già due volte la patente per guida in stato di ebbrezza, eppure non aveva modificato di un millimetro le sue abitudini. Alla polizia che lo ha raggiunto a casa, mentre dormiva, ha detto solo di «aver avuto un piccolo problema con la macchina». In corpo, sei ore dopo lo schianto, aveva ancora più alcol del consentito.