R.M.
Cronaca

Le indagini sulla morte di Rovagnati: nessun incendio sull’elicottero precipitato dopo 2 minuti e mezzo

I risultati della relazione preliminare d’inchiesta dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo. Non ci sono state perdite di carburante dai serbatoi, l’attività investigativa sull’incidente va avanti

Il relitto dell’elicottero schiantatosi a Castelguelfo provocando la morte di Lorenzo Rovagnati e dei due piloti

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Biassono, 18 aprile 2025 –  Nessun segno di incendio, l’elicottero dell’erede dell’impero alimentare Rovagnati sarebbe caduto due minuti e mezzo dopo il decollo da Castelguelfo di Noveto, nel Parmense, dove Lorenzo Rovagnati era andato a visitare uno degli stabilimenti dell’azienda.

È quanto emerge dalla relazione preliminare d’inchiesta stilata dall’Ansv, l’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo alla luce delle indagini condotte sul luogo della caduta dell’elicottero Agusta Westland AW109 che ha provocato la morte dell’imprenditore del prosciutto, 42 anni, e dei due piloti alla guida, il 59enne Flavio Massa e il 30enne Leonardo Italiani.

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La tragedia si è consumata nel tardo pomeriggio del 5 febbraio quando il mezzo si era schiantato poco dopo essere decollato dall’eliporto privato al maniero di Castelguelfo, la tenuta di proprietà della famiglia di imprenditori, in partenza per la Brianza dopo una giornata di lavoro.

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Sulla scena dell’incidente e sui resti del velivolo “non si osservavano segni di incendio: non è stata rilevata una perdita di carburante dai serbatoi ed è stato possibile prelevare un campione per analisi”.

Inoltre “l’inizio della registrazione dei dati relativi all’ultimo volo è avvenuto alle 17.48.33 e il termine di registrazione è avvenuto alle 17.51.00”. In pratica la caduta è avvenuta a circa due minuti e mezzo dal decollo, emerge dalla relazione preliminare d’inchiesta. Secondo la quale “il primo punto di contatto con il suolo è stato individuato sulla congiungente tra la piazzola di decollo e la posizione finale del relitto. Non sono state rinvenute parti dell’aeromobile tra il primo punto di contatto col terreno e la piazzola di decollo – prosegue la relazione –. Le tracce al suolo appaiono riconducibili ad un primo contatto con il ruotino anteriore, che ha generato un solco nel terreno bagnato”.

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Quanto al resto del relitto, questo “si trovava ad una distanza di circa 25 metri dal punto di collisione del nose”. Adesso, viene evidenziato nella relazione “l’attività investigativa dell’Ansv continuerà esplorando tutte le evidenze che possano essere d’aiuto alla determinazione della causa dell’evento. In particolare, verranno poste in essere le seguenti azioni: la verifica dei titoli aeronautici e dell’addestramento del personale di volo; la verifica del contesto normativo in relazione al tipo di volo in essere; gli accertamenti tecnici sulla Data Acquisition Unit per eventuale recupero dei dati contenuti; l’eventuale recupero dei dati dalle Data Collection Unit. e dalle Engine Electronic Control Unit; l’ eventuale recupero dei dati dall’iPad in dotazione all’equipaggio e la ricezione degli esiti delle autopsie effettuate sui piloti”.