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Intercettazioni “proibite“ Il processo è a rischio

Presunta corruzione alla Polstrada di Seregno, la difesa di agente e imprenditore: "Per la Cassazione sarebbero inutilizzabili, accuse da telefonate per altri reati".

Intercettazioni “proibite“ Il processo è a rischio

Anche il processo per la presunta corruzione alla ex polizia stradale di Seregno rischia di finire nel nulla per le intercettazioni da ritenere inutilizzabili. Lo sostengono i difensori del poliziotto Pasquale Ponticelli e dell’imprenditore Salvatore Prestifilippo, accusati al dibattimento davanti ai giudici del Tribunale di Monza per presunti invii, da parte dell’agente della Stradale al titolare dell’autofficina desiana, di automobilisti fermati per mancata revisione della vettura e il poliziotto anche di avere fatto ricerche private sui database dell’ufficio. Si tratta degli unici due imputati a non avere chiesto riti altenativi nell’inchiesta più ampia della Procura di Monza che ha già visto assolvere nel processo con il rito abbreviato l’ex comandante Gabriele Fersini e gli imprenditori Emilio Giussani, Ivano Santambrogio e Salvatore Rombolà. Secondo l’accusa gli imprenditori brianzoli attivi nel settore edile o della lavorazione e trasporto di materiali estrattivi avevano sponsorizzato la partecipazione ai campionati di go kart del figlio del pubblico ufficiale al fine di eliminare o comunque ridurre nettamente la possibilità di incappare in controlli stradali a rischio di sanzioni amministrative. Nel decidere per l’assoluzione, la gup monzese Silvia Pansini ha motivato anche nel merito l’insussistenza delle accuse, ma ha anche rimarcato che le intercettazioni telefoniche e ambientali non potevano essere utilizzate. Il punto di svolta rispetto al passato viene da una recente sentenza della Corte di Cassazione secondo cui le intercettazioni ottenute dalla Procura per una precisa ipotesi di reato non possono essere utilizzate se ne frattempo, durante l’ascolto, emergono altre ipotesi di reato diverse, per cui invece bisogna chiedere al giudice apposita autorizzazione ad ascoltare gli indagati. È quello che sarebbe successo anche in questo caso.

"Le intercettazioni erano state autorizzate per una diversa ipotesi di corruzione a carico di un imprenditore di Seregno e nonostante questo, sono state utilizzate per aprire un nuovo fascicolo penale – ha dichiarato l’avvocata Alice Bergonzoni, che difende Ponticelli –. Già il Tribunale del Riesame di Milano si è pronunciato su questa vicenda sostenendo che queste intercettazioni sono inutilizzabili". "Da una intercettazione sono stati aperti tre procedimenti penali, manca qualsiasi connessione", ha rincarato l’avvocato Amedeo Rizza, che difende Prestifilippo. I giudici decidono mercoledì.

S.T.