BARBARA CALDEROLA
Cronaca

La Banca europea su Pedemontana: "Fondi solo per le tratte B2 e C"

Una tranche dei 554 milioni è stata erogata a dicembre e la “D breve“ non è parte del progetto finanziato. Benifei (Pd): "Ora bisogna valutare la compatibilità tra le variazioni previste al disegno e il diritto Ue".

Secondo i gruppi ambientalisti fondi per i percorsi già in cantiere erano legati al raccordo est-ovest che era tale solo con la tratta D originaria

Secondo i gruppi ambientalisti fondi per i percorsi già in cantiere erano legati al raccordo est-ovest che era tale solo con la tratta D originaria

"Una tranche di soldi è stata erogata nel dicembre scorso e la ‘D breve’ non è parte del progetto finanziato". La Banca europea risponde ai gruppi ambientalisti sui 554 milioni chiesti da Pedemontana per realizzare l’infrastruttura. Ma quel denaro serviva alla tratte B2 e C, è la stessa Bei a mettere nero su bianco che sull’ultimo, controverso, pezzo dell’opera da Usmate ad Agrate "non ci è stato presentato alcun progetto".

Molti i rilievi fatti dai gruppi che si oppongono all’opera "a cominciare dal fatto che anche i fondi per i percorsi già in cantiere erano legati al raccordo est-ovest che era tale solo con la ‘D’ originaria e senza, o con la sua modifica, verrebbe meno l’obiettivo stesso del progetto". Gli ecologisti hanno sottolineato anche "la scarsa chiarezza della società che parla del prestito arrivato da Bruxelles senza spiegare che è solo una parte". E dall’Ue arriva una risposta anche all’interrogazione presentata da Brando Benifei nella quale l’esponente dem chiedeva "di verificare se il progetto sovvenzionato dalla Banca europea fosse da considerarsi immodificabile, visto che la concessione fu rilasciata senza gara". La risposta potrebbe aprire scenari che l’europarlamentare definisce "potenzialmente clamorosi": la Commissione "sta raccogliendo maggiori informazioni per valutare la compatibilità tra le variazioni previste al disegno con il diritto Ue". "È un bene – spiega – che la mia segnalazione sia servita ad aprire questa nuova fase di indagine. Ma è allarmante il fatto che ci siano ancora delle zone grigie di potenziale violazione del diritto europeo, quando di mezzo ci sono soldi pubblici per finanziare un progetto che abbiamo già denunciato a tutti i livelli come dannoso per il territorio e per l’ambiente".

"Grazie all’iniziativa di Benifei – sostengono i consiglieri provinciali del centrosinistra Vincenzo Di Paolo e Francesco Facciuto – è possibile sviluppare un ulteriore elemento di inchiesta per fare chiarezza rispetto alle modalità di sostegno a un’opera che porterà strascichi ambientali incalcolabili e un enorme debito per i contribuenti, senza consegnare miglioramenti viabilistici". Secondo i dem "quello in arrivo dall’europarlamentare è un tassello importante a supporto del lavoro che stiamo conducendo sul territorio, insieme ad associazioni, movimenti, cittadini e ai Comuni che hanno voluto far emergere le gravi criticità giuridiche e i problemi progettuali con la diffida presentata al Cipess evidenziando l’illegittimo inquadramento normativo e il mancato rispetto del presupposto di immodificabilità del tracciato".