
di Dario Crippa
Appena una cinquantina di metri. Uno sputo. Sgomberati all’alba dell’altro giorno, gli attivisti del centro sociale Boccaccio hanno immediatamente trovato una nuova “casa”, ancorché illegale: si tratta dell’ex deposito degli autobus in via Timavo 12. Un posto abbastanza grande e isolato, vicinissimo appunto a quello che erano stati costretti a lasciare: l’ex campo da calcio dell’Ac Verga in via Rosminj, ora tornato nelle disponibilità della sezione monzese del Cai (Club Alpino Italiano), che lo aveva acquistato nel 2019 e che conta di realizzarci la propria sede, con tanto di palestra per l’arrampicata sportiva e una biblioteca della montagna. Il progetto si chiama Quota 162 e prevede anche un ristorante. I lavori sono già in corso. Gli ingressi sono murati, l’operazione di “bonifica” e risistemazione è partita.
Ma gli antagonisti del Boccaccio, dopo 18 anni di occupazioni (la prima andò in scena nel 2003, all’ex Macello), sgomberi e rioccupazioni, avevano previsto tutto. Facile immaginare che l’approdo a cui sono giunti dopo un rumoroso corteo più o meno improvvisato andato in scena lunedì sera fosse già stato studiato a dovere.
Il corteo ha paralizzato la zona attorno a piazza Castello, chiusa al traffico dalle 19.30 alle 21 circa per consentire ai manifestanti di transitare. A darsi appuntamento in piazza Castello erano stati circa 250 antagonisti (gli organizzatori dicono il doppio), armati di striscioni, bandiere, fumogeni, petardi. Un corteo rumoroso, ma pacifico, guardato a vista da polizia, carabinieri e vigili.
“Non abbiamo spazio da perdere” lo striscione con cui si è aperta la marcia verso via Mentana e ritorno. E tante le parole d’ordine, portate avanti anche da alcuni simpatizzanti che hanno accompagnato il corteo nelle retrovie.
“Uno sgombero è solo un contrattempo tra un’occupazione e quella successiva” hanno scritto su un volantino distribuito strada facendo.
E infatti puntualmente la nuova occupazione si è concretizzata al termine della manifestazione. “Da 20 anni siamo la FOA Boccaccio 003 e lo saremo ancora. Non vi lasceremo in pace” la promessa.
Già ieri erano previsti assemblee e dibattiti nella nuova struttura, gli ingressi muniti di catene e catenacci, i nuovi “padroni di casa” pronti a respingere giornalisti e curiosi. "Stiamo sistemando, è tutto in disordine, provate più tardi...". Bisognerà vedere fino a quando durerà: l’area dismessa, complessivamente di circa 10mila metri quadri, è destinata a vedere la costruzione di nuove case.
In più, stavolta la sede del Boccaccio è molto vicina ad alcuni palazzi e i residenti, svegliati ieri sera dal nuovo insediamento abusivo, hanno già preso a protestare.