MONICA GUZZI
Cronaca

La bonifica dalla diossina. Pedemontana apre i cantieri. Saranno passate al setaccio 80mila tonnellate di terra

I lavori sulle 36 aree interessate fra Cesano, Seveso e Meda termineranno entro giugno. Sui risultati vigilerà Arpa, il personale riceverà una specifica formazione sulla sicurezza.

La bonifica dalla diossina. Pedemontana apre i cantieri. Saranno passate al setaccio 80mila tonnellate di terra

I lavori sulle 36 aree interessate fra Cesano, Seveso e Meda termineranno entro giugno. Sui risultati vigilerà Arpa, il personale riceverà una specifica formazione sulla sicurezza.

I primi lavori sono iniziati in agosto, ma la bonifica vera e propria delle 36 aree interessate dal tracciato della futura autostrada Pedemontana partirà il mese prossimo. Sarà un’operazione complessa, che si svolgerà attraverso otto lotti per un’area complessiva di 120mila metri quadrati di superficie, e durerà fino a maggio-giugno del 2025.

A renderla necessaria, sono i lavori di scavo e realizzazione dell’autostrada: prima di muovere la terra per costruire la nuova pista d’asfalto, gallerie, svincoli e ponti, occorre eliminare ogni traccia dell’eventuale diossina sepolta sotto le superfici contaminate dal disastro dell’Icmesa del 1976, per evitare che la movimentazione della terra la liberi nell’aria. Un’operazione da 16 milioni di euro che comporterà lo scavo, l’analisi e la rimozione di 44mila metri cubi di terreno, per un totale di 80mila tonnellate da portare nelle discariche autorizzate dopo un’accurata selezione. Terreni dunque da maneggiare con cautela, tant’è che il personale interessato (complessivamente 200 persone, compresi lavoratori, ispettori e archeologi che seguiranno le fasi di scavo nell’eventualità di ritrovamenti) sarà chiamato a frequentare un corso di formazione e sicurezza presso Esem Cpt di Monza e Brianza sotto la supervisione di Ats ed Esem.

La bonifica toccherà le aree di Cesano Maderno, Seveso e Meda, oltre al tratto stradale di Desio esclusivamente per il passaggio dei camion destinati alle discariche. Le prime operazioni sono partite ad agosto a Cesano Maderno con l’allestimento delle aree 3A e 6. "La prima è stata una settimana di prova, durante la quale siamo andati a misurare tutti i parametri di base delle polveri (pm10 e pm2,5) e della diossina – spiega l’ingegner Paolo Simonetta, direttore tecnico di Autostrada Pedemontana Lombarda –. Nel frattempo sono state avviate le opere propedeutiche con la predisposizione delle aree di cantiere che ospiteranno il lavaggio delle ruote dei camion all’uscita della zona contaminata, oltre a una zona di transizione in cui tutti gli operatori entrano, lasciano negli armadietti i loro oggetti e gli abiti civili, per indossare tuta impermeabile, guanti, mascherina e occhiali di protezione, tutto materiale che verrà cambiato ogni giorno. Predisposte anche le piste che servono per raggiungere le aree di bonifica". Dopo il 15 agosto, alla riapertura delle cave, le aree sono state preparate con una copertura impermeabile sulla quale è stato steso materiale inerte pulito. Ora ci sarà una fase di cosiddetta caratterizzazione del materiale da asportare durante la bonifica, attraverso prelievi di campioni che daranno un’identità ai singoli terreni, stabilendone grado di contaminazione ed eventuale pericolosità. "Quest’operazione serve a definire dove smaltire il materiale scavato per ogni zona. Ci aspettiamo di trovare il 70% di rifiuti non pericolosi e il 30% di materiali inerti. Non prevediamo di trovare materiale pericoloso".

Non in tutte le aree si scaverà allo stesso modo: 23 delle 36 superfici interessate (individuate negli anni passati attraverso 600 diversi prelievi di terreno sulle aree del disastro Icmesa) saranno sottoposte a una bonifica superficiale, con l’asportazione del solo top soil, vale a dire i primi 20 centimetri di terreno. Negli altri 13 casi invece si procederà a una bonifica intermedia, con scavo fino a un metro di profondità. Dopo le prime attività di ottobre, si conta di riuscire a eseguire le prime verifiche sul fondo scavo interno a dicembre. Al termine degli scavi interverrà l’Arpa per verificare in cotraddittorio con l’operatore che non ci siano nella zona campioni contaminati. Il certificato di bonifica della Provincia di Monza e Brianza arriverà dopo il via libera di Arpa al termine dei controlli.