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La partecipazione al lutto dei sindaci di Biassono Arcore Villasanta Macherio e Noceto
Una piazza gremita ieri ha accolto l’arrivo del feretro di Lorenzo Rovagnati, stringendosi alla famiglia in un lungo applauso. Chiusi in segno di lutto tanti negozi della città. "Non ci sono parole – commenta il vice sindaco Donato Cesana – la città di Biassono è fortemente legata alla famiglia Rovagnati".
Davanti alla chiesa le corone di tante associazioni di volontariato: Croce Bianca di Biassono, Croce di Malta, la sezione Alpini, l’Associazione donatori di organi (Aido) e l’Admo (Donatori di midollo osseo). Perché Lorenzo era molto attento al volontariato locale attraverso importanti donazioni. "Era umile e appassionato della sua famiglia e della sua azienda – così lo ricorda il parroco don Ivano Spazzini – l’intera famiglia è gente semplice dedita al proprio lavoro e attenta all’intera comunità. Lorenzo era un uomo contento della vita e della sua famiglia. Tesseva relazioni positive con tutti. Oggi il dolore si interseca al dono, dopo la nascita, mercoledì, della piccola Sofia, terzogenita. Cercheremo di stare vicino alla famiglia".
A rendere omaggio a Lorenzo, sono arrivati cinque sindaci: Luciano Casiraghi, primo cittadino di Biassono, insieme ai colleghi di Macherio, dove Lorenzo e Federica hanno celebrato le nozze, Arcore e Villasanta, dove si trovano un paio di stabilimenti, e poi Noceto, sede del castello di famiglia, entrato nell’immaginario dei biassonesi. Tutta l’azienda si è stretta in un abbraccio ideale ai familiari. "Certo che mi ricordo di Lorenzo – racconta Giovanni Viganò, storico operaio della Rovagnati – l’ho conosciuto quando aveva 7-8 anni. Venne in azienda perché gli si era rotta la catena della bicicletta e noi la riparammo. Andavamo spesso in casa per piccole riparazioni di rubinetti, lavatrice, elettrodomestici. Una volta un foglio di appunti scolastici di Lorenzo finì dietro un pesante mobile. Dovemmo smontarlo tutto, per recuperare il documento. A ripagarci la gioia del piccolo Lorenzo e della sua mamma Claudia a cui avevamo risolto un problema. Crescendo Lorenzo è rimasto un ragazzo semplice che aveva a cuore la famiglia e l’azienda che ha portato avanti secondo gli insegnamenti di suo papà Paolo".
Anche Alessandro Porta, per oltre 30 anni capofficina, ricorda il clima di operosa familiarità dell’azienda: "Quando c’era qualche problema tutti ci facevamo in quattro per risolverlo". In Brianza in tanti hanno contatti con la Rovagnati.
Un messaggio di gratitudine è arrivato da Nico Acampora, fondatore di PizzAut, la pizzeria che dà lavoro ai ragazzi autistici. "Ero con l’equipe Rovagnati nel 2024, quando il Giro d’Italia ha fatto tappa a Torino – ricorda Acampora – in omaggio all’azienda abbiamo coniato la Pizza Gran Biscotto, con mozzarella fior di latte, cuore di lattuga e una cascata di cotto Gran Biscotto. Quando abbiamo cucinato per il G7 ci hanno omaggiato del Gran Biscotto tartufato che abbiamo preparato ai grandi della terra; anche nel quotidiano ci offrono il prosciutto a un prezzo sociale. Lo scorso dicembre ci hanno donato il primo truck, per portare la pizza in tutta la Lombardia. Un mezzo da circa 100mila euro su cui lavorano 4 o 5 ragazzi. Siamo molto coinvolti e ci uniamo al cordoglio della famiglia".
Presenti Carlo Edoardo Valli, già presidente dell’Associazione industriali di Monza e Brianza e della Camera di Commercio di Monza, e Gianni Caimi, presidente della sede territoriale di Monza e Brianza di Assolombarda: "Conoscevo più che altro il papà, Paolo – ricorda Caimi – ma è una famiglia splendida che ben rappresenta la laboriosità brianzola, come si vede dalla partecipazione al lutto".