BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Stupra la moglie e la mette incinta, poi la picchia perché vuole abortire: arrestato

I due avevano già avuto bambini e la angherie andavano avanti da anni a suon di calci e pugni. Questa volta la vittima è riuscita a chiedere aiuto e i carabinieri hanno subito bloccato il 26enne.

La casa dell’orrore, marito in manette. Stupra la moglie e la mette incinta. Poi la picchia perché vuole abortire

I due avevano già avuto bambini e la angherie andavano avanti da anni a suon di calci e pugni. Questa volta la vittima è riuscita a chiedere aiuto e i carabinieri hanno subito bloccato il 26enne.

Codice rosso ad Agrate. Un’altra donna vittima dei maltrattamenti del marito. Botte, soprusi, insulti, cominciati nel 2020 e culminati venerdì nell’arresto del 26enne, che ha aggredito ancora una volta la moglie. La lite è scoppiata dopo che lei gli aveva detto di voler abortire, dopoche era rimasta incinta per una violenza sessuale consumata ai suoi danni sempre dal padre dei suoi figli, ne hanno due piccoli. Una situazione insopportabile dopo anni di calci e pugni. L’altro ieri, l’ultima drammatica sequenza, ma stavolta con una differenza: in una pausa del pestaggio, la 25enne è riuscita a chiedere aiuto.

Ha chiamato il 112 e i carabinieri sono arrivati in un lampo. Così in fretta da essere riusciti a bloccare l’aguzzino mentre si stava allontanando. La mamma ha sporto una denuncia. In caserma il difficile racconto del terrore e dell’inferno subito davanti ai bambini. "È cominciato tutto quando aspettavo il primo figlio", ha detto in lacrime ai militari. E da lì la furia del suo compagno non si è più fermata. Ogni scusa era buona, fino all’ultimo, terribile episodio. La donna è stata subito accompagnata in ospedale per medicare il viso, mentre per lui si sono aperte le porte del carcere di Monza, il magistrato ha attivato l’intervento immediato a protezione della signora per la gravità dei fatti. La vicenda non fa che confermare il quadro del fenomeno tracciato dalle statistiche registrate in Brianza.

Le pareti domestiche stanno infatti diventando sempre più pericolose per molte. Il progetto Raise della Fondazione Centro per la famiglia cardinale Martini, che ha riunito 17 consultori privati accreditati fra i quali quello di Vimercate, ha registrato un totale di 169 casi nel solo arco di un anno. E per quasi la metà delle volte le angherie andavano avanti da un lasso di tempo fra i 6 e i 10 anni. Per tutte gli effetti di queste situazioni comportano un grosso carico emotivo: l’87% ha problemi di autostima, il 78% soffre di disturbi d’ansia, il 54% di depressione, il 16% ha difficoltà con il cibo. Sono fra i prezzi che si pagano prima di riuscire a spezzare la spirale infernale. Ma non è così facile. Lo sanno bene anche al pronto soccorso di Vimercate, dove da anni c’è uno sportello che aiuta le donne maltrattate. Fratture sospette, lividi, paura e vergogna tipiche delle vittime. Segni inequivocabili visti tante volte dai medici del servizio di emergenza, tanto da aver spinto Asst Brianza ad aprire lo spazio, replicato poi a Desio e Carate, dove si registra addirittura un Sos ogni due giorni.