STEFANIA TOTARO
Cronaca

"La cassa sbagliava e io rubavo" L’addetto infedele chiede scusa: intascava i falsi resi dell’Adidas

Il 40enne, dipendente del negozio da 14 anni, in questo modo si è impadronito di 6mila euro ma ha spontaneamente riconsegnato il maltolto: non ne ha mai speso un centesimo.

"La cassa sbagliava e io rubavo" L’addetto infedele chiede scusa: intascava i falsi resi dell’Adidas

di Stefania Totaro

Un errore del registratore di cassa ha trasformato in ladro un insospettabile dipendente dell’Adidas da 14 anni, incensurato, che si è impossessato di almeno 6mila euro dell’outlet dove lavorava a Monza intascandosi i contanti di falsi resi di merce. Un 40enne residente in Brianza è stato arrestato in flagranza di reato di furto aggravato dai carabinieri di Muggiò a cui la nota società di abbigliamento sportivo si era rivolta per scoprire come mai la percentuale di resi di merce venduta nel negozio monzese risultava pari al 7% rispetto al 2% della media nazionale. I militari sono riusciti a immortalare il dipendente mentre si metteva in tasca i contanti ed è scattato l’arresto. Il 40enne è stato condotto ieri mattina al Tribunale di Monza per il processo per direttissima, dove ha confessato.

"Mi scuso, ho sbagliato e non so neanche perché l’ho fatto - ha detto al giudice riuscendo a stento a trattenere le lacrime - Non ho vizi, ho un lavoro sicuro e una casa dove convivo e per cui sto pagando il mutuo. È partito tutto da un errore fatto 4 mesi fa al registratore di cassa, dove ho visto che per i resi per un meccanismo sbagliato usciva uno scontrino e si apriva il cassetto dell’incasso e da allora non so perché ogni tanto l’ho rifatto e ho preso dei contanti. Ma dopo l’arresto ho spontaneamente consegnato i 5.900 euro che avevo a casa, non li ho mai spesi né nascosti". Il denaro è stato sequestrato e restituito ad Adidas, che si è rivolta a un avvocato arrivato al processo per tutelare gli interessi dell’azienda, secondo cui la cifra sottratta potrebbe essere anche più alta e si riserva di proseguire gli accertamenti. La Procura aveva chiesto la convalida dell’arresto e la misura cautelare dell’obbligo di firma dai carabinieri in attesa del giudizio, non applicata invece dal giudice. Si torna in aula a novembre.