STEFANIA TOTARO
Cronaca

La Cassazione ridà le carte: "Caso Magnano da rivedere"

Presunta corruzione sull’urbanistica, accolto il ricorso della difesa: potrebbero venire tolti i sigilli alla società dell’ex geometra di Berlusconi.

La Cassazione ridà le carte: "Caso Magnano da rivedere"

Presunta corruzione sull’urbanistica, accolto il ricorso della difesa: potrebbero venire tolti i sigilli alla società dell’ex geometra di Berlusconi.

La Corte di Cassazione chiede una nuova valutazione sul sequestro delle società dell’ex "geometra di Silvio Berlusconi" Francesco Calogero Magnano (foto), coinvolto nell’inchiesta della Procura di Monza sulla presunta corruzione urbanistica al Comune di Usmate Velate. I giudici romani hanno accolto il ricorso presentato dall’avvocata Roberta Minotti, che difende il 75enne di Macherio accusato di corruzione insieme all’ex responsabile dell’ufficio tecnico Antonio Colombo, annullando la decisione del Tribunale del Riesame patrimoniale di Monza di confermare i sigilli posti dalla giudice per le indagini preliminari monzese Angela Colella su richiesta del pm Carlo Cinque alle attività del geometra che operava anche per il Cavaliere. Ma con rinvio a un altro collegio di giudici monzesi che riprendano in esame la questione. Le motivazioni dei giudici ermellini non sono ancora state rese note.

Intanto anche Magnano è tornato in libertà dopo la conclusione delle indagini preliminari che ha fatto alleggerire tutte le misure cautelari per gli indagati, compreso Colombo che, dopo quasi quattro mesi, ha ottenuto la scarcerazione in cambio degli arresti domiciliari. Con lui sono ai domiciliari l’immobiliarista vimercatese Alberto Riva e il collega Galdino Magni. Tornati in libertà con l’annullamento degli arresti domiciliari anche gli altri costruttori e i familiari di Colombo. Ora il pm ha firmato la richiesta di rinvio a giudizio per i 9 imputati e l’udienza preliminare davanti alla giudice monzese Silvia Pansini potrebbe tenersi prima della fine dell’anno. Magnano è ritenuto amministratore di fatto di una società di conduzione di campagne di marketing e di uno studio professionale intestati a familiari. Gli inquirenti gli contestano due pagamenti per complessivi 48mila euro destinati al geometra Colombo, per la segnalazione di un’area destinata a un centro commerciale e per il rilascio del parere tecnico favorevole a una variante del Piano di governo del territorio cittadino su un’area vincolata dal Piano territoriale regionale e di coordinamento provinciale per ottenere uno "sviluppo edificatorio intensivo".

Accuse negate con sdegno da Magnano e dalla sua avvocata. "Francesco Magnano sta subendo un danno alla sua professione e un danno di immagine di enorme valore - sostiene la legale - Non ha commesso alcuna corruzione, può vantare una vita professionale e personale senza problemi con la giustizia. I pagamenti non erano tangenti ma provvigioni, abbiamo anche depositato una nostra consulenza tecnica che chiarisce ancora meglio la vicenda". Ora la decisione della Cassazione rimette le carte in tavola.