STEFANIA TOTARO
Cronaca

La corruzione nei sacchi: "Ero costretto a pagare"

Si difende uno degli imprenditori a processo per una tangente da 20mila euro. Nel mirino un appalto da due milioni sulla raccolta differenziata in Brianza.

La corruzione nei sacchi: "Ero costretto a pagare"

"Borgato mi ha minacciato di contestazioni e penali perché i sacchi non andavano bene e con violenza e prepotenza mi ha chiesto 20mila euro. Io gliene ho consegnati solo 15mila in contanti in una busta in un incontro a Nova Milanese mentre altri 5mila li ho tenuti in tasca perché mi faceva schifo di avere ceduto".

Nega l’accusa di corruzione e turbativa d’asta Cosimo Damiano Sfrecola, l’imprenditore di Barletta amministratore di una società che faceva capo all’associazione temporanea di imprese coinvolta nell’inchiesta della Procura di Monza su tangenti per un appalto da oltre 2 milioni di euro sulla raccolta dei rifiuti in Brianza. Sfrecola è stato l’unico a non chiedere riti alternativi e ieri è stato sentito al dibattimento davanti ai giudici del Tribunale di Monza che vede parte civile Gelsia Ambiente. Cinque le persone imputate a vario titolo per corruzione, turbativa d’asta, truffa, false fatturazioni e autoriciclaggio di denaro. Tre i patteggiamenti tra i 3 e i 4 anni di pena, quest’ultima andata all’ex presidente del consiglio di amministrazione di Gelsia Ambiente Massimo Borgato. Mentre l’ex direttore generale di Gelsia Ambiente Antonio Capozza, condannato, ma non per corruzione, a 2 anni e 8 mesi di reclusione col rito abbreviato, è stato nel frattempo assolto in appello dalle accuse di turbativa d’asta e truffa. Confermata l’assoluzione relativa alla presunta corruzione per cui è stata la Procura di Monza a ricorrere contro la sentenza del Tribunale di Monza. Era maggio 2021 quando le Fiamme gialle di Monza hanno eseguito 5 misure di custodia cautelare agli arresti domiciliari chieste dai pm monzesi, che hanno poi ottenuto il sequestro dei 60mila euro ritenuti profitto dei reati. Secondo l’accusa, Capozza e Borgato avrebbero accettato la somma per agevolare gli imprenditori di Barletta per aggiudicarsi nel 2017 la gara d’appalto. L’attenzione dei finanzieri era stata attirata dai servizi di raccolta dei rifiuti che Aeb svolgeva attraverso Gelsia Ambiente e su un appalto per la fornitura di sacchi dotati di un microchip abbinato al codice fiscale dell’utente dove nelle intercettazioni sarebbero emerse ipotesi di corruzione. Alla gara avevano partecipato due associazioni temporanee di imprese. Alla gara, una delle due aveva presentato i sacchi con i microchip attaccati con lo scotch.