GABRIELE BASSANI
Cronaca

La differenziata in fumo. La “guerra“ sui rifiuti: "Metà della plastica finisce nell’inceneritore"

La rivelazione del direttore di Bea e la proposta di un appalto “in house“

La differenziata in fumo. La “guerra“ sui rifiuti: "Metà della plastica finisce nell’inceneritore"

Alberto Cambiaghi direttore generale di Bea (Brianza Energia Ambiente), società che gestisce l’inceneritore di Desio, ha lasciato molti a bocca aperta l’altra sera intervenendo in Consiglio comunale a Limbiate e rivelando che "solo il 50% degli imballaggi in plastica raccolti con la differenziata viene riciclato, l’altra metà va all’inceneritore perché non è riciclabile". L’intervento di Cambiaghi era stato richiesto per illustrare la delibera con la quale si spinge la società a trasformarsi in azienda “in house” così da poter ottenere l’affidamento diretto anche dei servizi di raccolta e spazzamento stradale dei comuni soci. Un tema che vede la netta contrarietà del Movimento 5 stelle. Secondo Michele Papa, consigliere pentastellato di Limbiate, l’operazione è sospetta e ricorda da vicino quanto già avvenne nel 2018 con Gelsia, dove il servizio venne affidato in house proprio a seguito dell’ingresso, successivo a gara, di A2A nella compagine sociale di Gelsia. "Il sospetto - spiega Papa - è che Bea voglia riempirsi di contratti in house per poi meglio potersi collocare sul mercato come ha fatto Gelsia del Gruppo Aeb, ora in A2A, dopo l’illegittima cessione". Mario De Giorgio, ex candidato sindaco oggi consigliere d’opposizione del Movimento 5 stelle, ritiene che Bea potrebbe essere priva di un quantitativo di rifiuti sufficienti per far funzionare il teleriscaldamento e non è in grado di restare nel mercato degli inceneritori. De Giorgio ha incalzato il direttore di Bea e quest’ultimo ha replicato definendo un "mito" quello della raccolta differenziata e fornendo il dato sulla necessità di bruciare nell’inceneritore il 50% della raccolta differenziata degli imballaggi in plastica e il 25% della raccolta differenziata della carta. "È pertanto lecito pensare - aggiunge De Giorgio - che la raccolta differenziata nei comuni che aderiranno, sarà ridotta a vantaggio del rifiuto da termovalorizzare".

Sulla questione è intervenuto anche l’ex consigliere regionale 5 stelle, Marco Fumagalli: "Se Bea volesse veramente fare gli interessi dei cittadini, dovrebbe impugnare l’affidamento in house a Gelsia". "Se effettivamente Bea si vuole accreditare come soggetto pubblico per la gestione dell’igiene urbana e non fare shopping per poi collocarsi sul mercato, dovrebbe far valere la decadenza dell’affidamento di Gelsia e chiedere che AeB indica una gara per individuare il socio privato".