MARCO GALVANI
Cronaca

La forza di IronMatteo: mai mollare

Il triatleta della Cus Pro Patria Milano dopo i postumi di un brutto incidente sogna la Top ten delle Hawaii

Matteo Fontana, ironman di Carate, 29 anni

 

di Marco Galvani

Einstein diceva che "c’è una forza motrice più forte del vapore, dell’elettricità e dell’energia atomica: la volontà". Matteo Fontana, l’ironman di Carate, 29 anni, ha dimostrato di averla. L’ha allenata – se possibile – più dei muscoli e del fiato. Soprattutto quando la vita e lo sport di fanno lo sgambetto, di mettono i bastoni tra le ruote e rischiano di tirarti a fondo. "I momenti difficili capitano anche nella vita di uno sportivo", assicura Matteo. Una manciata di anni fa un incidente stradale durante l’allenamento l’ha quasi messo ko. Ha rischiato di compromettere definitivamente la sua carriera di atleta. Mai mollare, la strategia di Fontana. Eppure in quello steso anno 2017, di infortuni ne ha collezionati due. Il secondo, per colpa della sua sfrenata passione per la moto. Nonostante tutto, però, quella batosta non l’ha atterrato. E Matteo è tornato a gareggiare e vincere. Sempre inseguendo il sogno di entrare nella Top 10 dell’Ironman di Kailua-Kona, alle Hawaii. È lì che si tiene il Campionato del mondo. "Quello è l’obiettivo a lungo termine - confessa Matteo -. Ambizioso, certo, ma devi sempre guardare in alto". Lui l’ha fatto anche appena rimesso in piedi (e in sesto) dagli incidenti, andando a vincere nel 2018 la Icon Extreme Marathon a Livigno. Un triathlon che ha fatto rinascere quel ragazzo dal carattere forte e deciso che tutti conoscono come IronMatteo. Un triatleta venuto dal ciclismo. Fino a 19 anni. "Nella mia testa pensavo che nella mia vita avrei fatto il ciclista, avevo una carriera davanti - racconta -. Poi, però, qualcosa si è rotto. Ero giovane, ero un po’ stanco dell’ambiente e ho deciso di lasciare. Con un po’ di pentimento, ma ho iniziato subito a fare triathlon e dopo aver visto i primi risultati, quello che era iniziato come un gioco è diventato un impegno serio". Oggi è anche il suo lavoro. Tesserato Cus Pro Patria Milano. In bacheca ha anche la vittoria nel Mondiale 70.3, il ‘mezzo Ironman’, ovvero 1,9 chilometri di nuoto, altri 90 in bici e una mezza maratona (21,097 km). Correva l’anno 2014: "In quel momento ho capito che avrei potuto farlo seriamente". Il resto fa parte delle cronache: "Mi alleno due, tre volte al giorno tra bici, corsa e nuoto, anche se adesso con le piscine chiuse niente acqua". Corre soprattutto al Parco di Monza e pedala in giro per tutta la Lombardia, ma "dopo l’investimento ho un po’ più di paura in strada, appena vedo un mezzo arrivare dalle vie laterali ho un riflesso incondizionato che mi porta a frenare. Però se pensi al peggio, non vivi più".

Alla faccia della scaramanzia, anche se il gesto di indossare sempre prima la calza destra ormai è un rituale. Calza portafortuna che quest’anno, per ogni gara, avrà il ‘Flash’ della Sbam. In questi ultimi mesi si è preparato per domani. Il primo test. Il Duathlon Sprint a Barzanò. Poi arriveranno gli Italiani a Pesaro a fine marzo e, soprattutto, il Challenge di Riccione a maggio.