Riparte la guerra delle firme contro il Golf Club nel Parco. Con una petizione, il Comitato per il Parco “Antonio Cederna“ chiede il ripristino integrale dei 95 ettari di bosco. L’appello è rivolto al presidente del Consorzio Villa Reale e Parco, il sindaco Paolo Pilotto, e ai soci dell’ente, perché facciano marcia indietro rispetto all’appena rinnovato accordo con il Golf Club. Obiettivo: ripristinare il bosco, a suo tempo distrutto. Quindi vengono sottolineati gli effetti positivi, secondo l’associazione, irrinunciabili, legati al restauro del complesso monumentale di Parco e Villa Reale. Si otterrebbe un contributo significativo alla riduzione dell’inquinamento atmosferico a Monza, ma anche nei comuni confinanti. Si annullerebbe il consumo di acqua e l’immissione nel terreno di sostanze chimiche dannose, necessarie a mantenere perfetto il prato all’inglese necessario per il golf, sedime che però è innaturale. Gli ambientalisti propendono per ricondurre l’area alla natura, ma anche al disegno paesaggistico complessivo del Parco storico, così come lo aveva concepito l’architetto Luigi Canonica. "Aspetto non irrilevante – dicono gli ambientalisti –, si restituirebbe alla cittadinanza una porzione di parco oggi riservata a pochi privilegiati. E questo sarebbe una condizione essenziale per l’inclusione del complesso monumentale monzese tra i beni patrimonio dell’umanità dell’Unesco, da cui oggi è escluso. Questo sarebbe un riconoscimento di rilevante portata culturale, ma anche economica per aggiudicarsi eventuali finanziamenti internazionali". E il Consorzio potrebbe evitare di dedicare tempo e denaro alla gestione di una concessione che, nella forma del partenariato speciale, "presenta molti problemi oltre a essere inutile e dannosa".
Secondo le stime del Comitato, supportato da esperti del settore, l’investimento necessario per il rimboschimento e gli interventi connessi non supererebbe il milione di euro, cioè circa il 2% degli investimenti promessi da Regione Lombardia per la rinascita del complesso monumentale. "Quanto alla perdita dell’entrata di 700mila euro del canone di concessione – osserva da tempo il Comitato per il Parco – potrebbe essere compensata da eque integrazioni del fondo di gestione da parte dei soci del Consorzio, sicuramente consapevoli del valore eccezionale del bene affidato a loro tutela".
C.B.