DARIO
Cronaca

La Lombarda il milione e Melampo

Il caso Lombarda Petroli rivela un intricato intreccio di responsabilità tra proprietario e guardiano della raffineria. La Regione Lombardia chiede un risarcimento milionario, ma il guardiano, ora in povertà, sembra una vittima incolpevole.

Il caso Lombarda Petroli rivela un intricato intreccio di responsabilità tra proprietario e guardiano della raffineria. La Regione Lombardia chiede un risarcimento milionario, ma il guardiano, ora in povertà, sembra una vittima incolpevole.

Il caso Lombarda Petroli rivela un intricato intreccio di responsabilità tra proprietario e guardiano della raffineria. La Regione Lombardia chiede un risarcimento milionario, ma il guardiano, ora in povertà, sembra una vittima incolpevole.

Crippa

Povero Melampo. Lo scrivevamo dieci anni fa, quando uscì la prima sentenza sul caso Lombarda Petroli, l’ex raffineria da cui furono sversate tonnellate di idrocarburi arrivati dal Lambro fino al mare Adriatico. Dicevamo Melampo. In Pinocchio si narra la sua storia, quella di un cane infedele che, invece di fare la guardia al pollaio, si mette d’accordo con le faine in cambio di una gallina. E così, nella prima fase di un’inchiesta complicata, anche alla Lombarda l’unico “colpevole” sembrò il guardiano della raffineria, che non si era accorto di nulla in quella notte di pioggia di 14 anni fa.

Poi, nel prosieguo del processo, a finire condannato fu anche il proprietario dell’azienda, accusato di aver ordinato di aprire le sei cisterne della raffineria svuotandole per risparmiare sulle tasse - il movente -, visto che ormai l’azienda era in via di chiusura definitiva. Il guaio è che adesso la Regione Lombardia, per rifarsi dei danni provocati da quello sversamento, chiede un risarcimento di un milione di euro. E a doverlo pagare dovrebbero essere il padrone e il suo guardiano. Ma se il primo verosimilmente saprà cosa fare e avrà i mezzi per difendersi, il guardiano sembra una vittima.

Uno che, mentre lo cercavano per portarlo alla sbarra, si era rintanato in casa come un fantasma. Senza difendersi. Tanto che si fece condannare in contumacia, e si scopre ora che vive in una cantina, senza il becco di un quattrino. Dice lui che quella notte non si accorse di nulla, visto che pioveva a dirotto. Forse c’è da credergli. Consapevoli che essendo nullatenente e sotto la soglia di povertà, sfamato da un vicino pietoso, difficilmente potrà mai pagare la sua quota di risarcimento. Quella notte di 14 anni fa, però, non fu scelta a caso. Nel fine settimana, sarebbe stata in servizio una ditta di vigilanza esterna. Degli sconosciuti. Mentre quel giorno, più che Melampo, chi agì sapeva che a fare la guardia ci sarebbe stato un fantasma.