
Il dibattito sul numero di fermate è esploso dopo la scoperta della difficile sostenibilità economica dell’opera i cui extracosti sono saliti a quasi 600 milioni di euro e ogni mese aumentano di 12 milioni
Dopo le discussioni delle scorse settimane si arriva alla conciliazione sul tema metropolitana M5 nel parlamentino monzese. Durante lo scorso Consiglio comunale che ha decretato l’approvazione della previsione di bilancio per il triennio 2025-2027, il centrodestra e il centrosinistra hanno votato uniti l’ordine del giorno presentato una settimana prima dalla minoranza.
Si chiede di impegnare la Giunta affinché il Comune persegua l’obiettivo di vedere approvato in maniera integrale il progetto di prolungamento del metrò fino a Monza, con la realizzazione di tutte e 7 le fermate previste. Hanno votato a favore del testo tutti e 28 i consiglieri comunali presenti in aula, modificato in un solo punto rispetto a quanto redatto precedentemente dal centrodestra. Alla Giunta si chiede di agire "affinché l’opera venga realizzata in un lotto nella sua interezza per il prolungamento M5 Milano–Monza Polo Istituzionale; vincolare la possibilità di realizzare il deposito di Casignolo alla realizzazione integrale del tracciato; attivare i rappresentanti eletti nei diversi organismi istituzionali affinché operino per la completa copertura finanziaria nel più breve tempo possibile".
Rispetto all’ordine del giorno precedente, il nuovo elide la condizione di dover garantire una cabina di regia di monitoraggio dell’opera da parte del Comune capofila (Milano), con tutti i soggetti istituzionalmente competenti. "Un punto che abbiamo deciso di stralciare e trasformare in raccomandazione perché ci rendiamo conto che la cabina di regia rappresenta un impegno che ad oggi non sia possibile assumersi come città e come Giunta", puntualizza Martina Sassoli, consigliera prima firmataria del testo.
Nello scritto si precisa come il Comune di Monza abbia già previsto a bilancio a partire dal 2026 lo stanziamento di 3 milioni e 50mila euro a titolo di mutuo per la copertura della provvista finanziaria di competenza dell’opera (a cui dovrà provvedere per un totale di 27,5 milioni) e che i continui ritardi potrebbero implicare ulteriori insufficienti provviste economiche.
Si precisa poi come il programma dei lavori sia stato rivisto già diverse volte, con la conseguente richiesta da parte del Comune di Milano di proroga di 2 anni e di ricalendarizzazione dell’offerta giuridicamente rilevante al 31 dicembre 2026. Insomma, non c’è tempo da perdere. Per questo i quattro sindaci dei Comuni coinvolti dalla tratta - Milano, Sesto San Giovanni, Cinisello Balsamo e Monza - insieme all’assessora alle Infrastrutture di Regione Lombardia Claudia Maria Terzi, a seguito dell’incontro avuto non più tardi di giovedì, hanno deciso di andare tutti uniti a Roma per chiedere che il progetto sul prolungamento di metropolitana M5 non subisca divisioni in lotti dei lavori o tagli dei percorsi.
Si vuole appurare se la carta del lotto unico con tutte le 11 fermate di prolungamento previste sia ancora giocabile. Se quei 589 milioni di extracosti calcolati da Milano un paio di settimane fa per la realizzazione dell’opera siano davvero così impossibili da recuperare, una volta che 300 di questi sono già stati richiesti come impegno al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, con un ordine del giorno in Parlamento approvato a fine dicembre.