La scuola media Enrico Fermi di Villasanta viaggia nello spazio. Da 15 anni i disegni dei suoi alunni arrivano con delle sonde nello orbite spaziali, spediti dall’Antartide. Ma questa è solo una delle tante attività racchiuse nella rassegna “Spazio nello spazio“, il progetto educativo e didattico attivo nella scuola villasantese dal 2010, che ha celebrato il suo quindicesimo anniversario all’autodromo di Monza. In collegamento web c’erano anche direttori di centri spaziali europei, rappresentanti delle ambasciate italiane, ingegneri di aziende di satelliti, scienziati e astronauti. Un progetto realizzato in collaborazione con l’Asi (Agenzia spaziale italiana). Ogni anno i docenti delle classi coinvolte propongono un percorso formativo ricco di esperienze scientifiche e tecnologiche che consentono di sperimentare cosa significhi essere astronauti. Lo fanno attraverso visite nei centri spaziali europei, incontri con astronauti, scienziati e tecnici esperti in materia, approfondendo aspetti delle materie scientifiche, ma anche creando un percorso di sensibilizzazione sulla diversa abilità.
"Gli astronauti nello spazio diventano diversamente abili – spiega Luca Montano, docente di educazione fisica della scuola media Fermi e ideatore del progetto “Spazio allo spazio“ (insieme al delegato provinciale del Comitato paralimpico nazionale, Ivan Borserini) –, sono in una condizione di paraplegia in cui le gambe sono solo agganci che si possono attaccare ai supporti della stazione spaziale". "Il risvolto di questa iniziativa di conoscenza scientifica è di tipo sociale – continua il docente –, insegna a non temere le diverse abilità. Una parte importantissima del progetto sta nelle attività fisiche che facciamo fare ai ragazzi, che richiamano l’intensa preparazione fisica che devono intraprendere gli astronauti". "Si tratta ad esempio del nuoto fatto alla piscina Pia Grande di Monza con gambe legate e occhi bendati – spiega meglio –, in cui sperimentare cosa significa avere proprietà del proprio corpo, o ancora i percorsi al buio ideati dall’esperta Elena Zorzit, in cui i ragazzi bendati si muovono per le vie del paese aggrappati al braccio di persone non bendate, capendo come per orientarsi sia importante sviluppare anche gli altri sensi oltre alla vista, come avviene per le persone cieche o ipovedenti". In questo tipo di esperienze gli alunni della Fermi si interfacciano anche con i ragazzi del Centro diurno disabili La Speranza di Villasanta. "Con loro quest’anno andremo allo Science Centre Immaginario scientifico di Trieste, dove incontreremo gli invernanti (persone che vivono in isolamento proprio come gli astronauti, ndr) della base italo-francese Concordia di Antartide – chiarisce Montani –, quest’ultima è anche la nostra base di appoggio per lanciare nella stratosfera i disegni vincitori del concorso “Sguardi attraverso cupole spaziali“, mentre gli altri li doniamo a istituti aerospaziali". Molte le collaborazioni con enti pubblici e privati, tra cui università. Un altro fine dell’iniziativa è quello di far conoscere da vicino le materie Stem. Il tema dello spazio avrà sempre più posto nel futuro. "In materia spaziale l’Italia coopera molto con la Francia – spiega Alessandra Fiumara, addetta spaziale all’ambasciata italiana a Parigi –. Essere nello spazio significa poter osservare meglio l’universo e la terra, acquisire immagini dall’esterno per studiare fenomeni come la qualità dell’aria, l’erosione delle coste, lo stato di salute del mare. Documentazioni che costituiscono un archivio anche per le future generazioni. Oggi l’ambito aerospaziale è un ampio ventaglio di carriere possibili. Non solo come astronauti, ma come ingegneri, matematici, fisici e persino filosofi".