REDAZIONE MONZA BRIANZA

La musica, un’arte capace di salvare la vita

Studi scientifici dimostrano che esercitarsi sul pentagramma oppure ascoltare il suono delle note fa bene alla salute mentale e fisica .

La musica, un’arte capace di salvare la vita

La musica è un’arte dai mille poteri: può calmare, può salvarti dai momenti difficili e per alcune persone è un modo per comunicare gli stati d’animo attraverso il linguaggio non-verbale. Lo sanno bene il prof. Gianfranco D’Elia e la professoressa Francesca De Giorgi, due insegnanti dell’Istituto comprensivo Romagnosi di Carate Brianza, nonchè celebri musicisti, che oggi vogliono raccontarci la loro esperienza nel mondo musicale.

"Ho cominciato ad appassionarmi alla musica fra la seconda e la terza media, principalmente per liberarmi dalle cattive influenze che mi distraevano dalle cose più importanti, come la scuola - esordisce il professor D’Elia - Un giorno ho ricevuto in regalo una chitarra da mio padre, anche se poi è stato il pianoforte ad attirarmi di più tra i due strumenti". "La mia passione per la musica invece nasce per curiosità - gli fa eco la professoressa De Giorgi - Quando avevo 6 anni, sono stata ispirata da una parente che suonava il pianoforte. All’età di 10 anni ero già in Conservatorio, percorso proseguito fino al conseguimento del titolo di organista prima e di cantante lirica poi". Fare musica è per entrambi un’esperienza “liberatoria e emozionante”. "Suonare mi rende sempre contento e fiero, cerco di esprimere ciò che la musica mi fa provare. Prima di un concerto ammetto che si può avere paura di sbagliare, specialmente dei passaggi difficili, ma, appena le mani si appoggiano sui tasti e ne fuoriesce una melodia, ti senti avvolto dall’intensità di quel momento" prosegue D’Elia, seguito dalla collega De Giorgi: "Non riuscirei a immaginare la mia vita senza la musica. È lo strumento che uso per esprimermi anche con i miei alunni, quando suono mi sento libera. Suonare mi fa ordinare i pensieri, mi mette in pace col mondo esterno ed interno". È giusto avere dei modelli di riferimento in ambito musicale? "Io vivo la musica a 360 gradi – conclude il professor D’Elia – Scopro la bellezza in ciascun musicista del passato o contemporaneo e nelle singole opere che studio per concerti e programmi da sala".

Dello stesso avviso anche De Giorgi che ha però un nume tutelare: "Apprezzo la musica nella sua totalità, ma Bach da organista è un punto di riferimento, senza dimenticare la prima esperienza di interprete e cantante sul palcoscenico con Didone ed Enea di Henry Purcell. Da lì è nata una passione che non si è mai spenta". Sì perché la musica ci regala sensazioni intense, ci fa vivere un viaggio in cui essa diventa la protagonista delle nostre stagioni della vita. Non solo. La musica può anche salvarci: studi scientifici dimostrano che ascoltarla o produrla fa bene alla salute. Stimola il sistema immunitario, riduce l’ansia e lo stress, lenisce i dolori e fa guarire prima. Per cui l’invito è quello di fare musica, perché è un potente mezzo comunicativo che ci fa trovare le risposte che stiamo cercando, aiutandoci ad uscire fuori dalle trappole stesse della nostra mente.