Monza – Un sorriso, una bottiglietta d’acqua sotto il sole e un’informazione in più. Basta poco per allentare la tensione di chi vive sospeso tra l’Italia e Paesi lontani. Fuori dall’ufficio migranti di via Montevecchia, i volontari della Croce Rossa e i funzionari della Questura hanno allestito un gazebo di prima accoglienza per chi aspetta di entrare. È un progetto pilota che durerà sino alla fine di luglio. "Per questo periodo – spiega Stefania Zeri, responsabile del progetto per la Croce Rossa del comitato monzese – il ministero dell’Interno ha messo a disposizione alcune unità in più di personale per le pratiche di ricongiungimento, permesso di soggiorno, asilo politico". La stanza per le pratiche ospita al massimo una quarantina di persone, ma il rischio era che se ne accalcassero 120, su 200 appuntamenti al giorno calendarizzati dall’ufficio, contro i 70-80 dei mesi scorsi. Per questo Questura e Croce Rossa hanno pensato di allestire una “sala d’attesa“ all’aperto.
Una trentina i volontari che si alternano tutte le mattine dalle 7.45 alle 13.30. I volontari hanno allestito un gazebo con delle sedie e un tavolo d’appoggio e per i giorni più caldi verranno offerte anche bottigliette d’acqua fresca. "Cerchiamo di far rispettare gli orari degli appuntamenti – spiega l’infermiera volontaria, responsabile del progetto –, i migranti sono abituati a vederci e per loro siamo una presenza rassicurante. Dicono “Che bello, finalmente la Croce Rossa anche qua“".
Ci sono persone di tutte le nazionalità, signore eleganti dal Marocco che vestono abiti tradizionali colorati e parlano un buon italiano e poi immigrati dal Bangladesh, dall’Egitto, dalla Georgia e dall’Africa nera. Sono persone che vivono in Italia e chiedono rinnovi, ricongiungimenti familiari, permessi per tornare nel loro Paese temporaneamente ed essere sicuri di poter poi rientrare in Italia, persone che chiedono asilo o permessi di soggiorno che vanno riaggiornati ogni 10 anni. Qualcuno anche dal Perù che fino a qualche mese fa era considerato Paese pericoloso, quindi soggetto a procedura d’urgenza abbreviata, mentre ora, cessata l’emergenza, rientra nelle richieste ordinarie. Qualcuno richiede il permesso di soggiorno per un famigliare o per poter usufruire del Servizio sanitario nazionale. Una signora chiede indicazioni su come ricevere aiuto economico e pacchi viveri e le volontarie la indirizzano verso Caritas e San Vincenzo. "Per il momento nessuno ha mostrato segni di nervosismo – sottolinea la crocerossina –. Cerchiamo di accontentare tutti, se rimandiamo indietro qualcuno è proprio perché mancano dei documenti".