"Mi dispiace, ma ero davvero innamorato di lei e le voglio ancora bene". Ma la pubblica accusa chiede la condanna a 3 anni e 10 mesi di reclusione per l’ex professore di italiano 60enne imputato di avere abusato sessualmente di una sua studentessa di 16 anni. L’insegnante di un istituto tecnico superiore di Lissone, ora in pensione, è accusato di atti sessuali con una minorenne. La ragazza, nel frattempo diventata maggiorenne, si è costituita parte civile con l’avvocato Francesco Mongiu al processo al Tribunale di Monza, che si è tenuto a porte chiuse su sua richiesta. La giovane è stata sentita al dibattimento con l’ausilio di un paravento che la dividesse dall’imputato, presente in aula con il suo legale, l’avvocato Simone Vismara. Chiamate inoltre al banco dei testimoni alcune compagne di classe dell’allora sedicenne, la mamma della ragazza e la psicoterapeuta che la sta seguendo. Mentre la difesa dell’imputato ha portato davanti ai giudici la moglie dell’ex insegnante, licenziato dalla scuola, provvedimento che non ha appellato perché nel frattempo è riuscito ad andare in pensione con la quota 100.
Il docente è rimasto insieme alla coniuge (da cui ha avuto due figli), a cui sostiene di avere comunque ai tempi confessato la sua intenzione di lasciarla per mettersi con la ragazzina di cui era "innamorato". Ma, precisa, senza spingersi oltre ad appassionate effusioni. La vicenda risale al giugno del 2019, quando un compagno di classe della 16enne ha scattato una foto con il telefonino nel bagno della scuola alla ragazza mentre baciava il professore di italiano tenendogli la testa tra le mani. Lo scatto è arrivato prima ad un’altra insegnante, poi alla direzione scolastica, che ha presentato una denuncia e poi proceduto al licenziamento. Il professore è accusato di avere abusato del potere connesso alla sua posizione di docente per indurre l’adolescente, che però a 16 anni la legge considera consenziente, a compiacerlo. E anche di avere manomesso il registro elettronico della scuola per fare risultare regolarmente in classe la studentessa mentre invece si trovava in sua compagnia in un locale nella sua disponibilità e adibito a deposito, dove sarebbero avvenuti, secondo l’accusa, almeno due incontri sessuali. Secondo il difensore dell’imputato, la ragazza ha fornito due versioni contrastanti: prima ha dichiarato di avere una relazione consensuale con il prof, poi ha ritrattato chiedendo un risarcimento dei danni di 50mila euro. La sentenza a novembre.