VERONICA TODARO
Cronaca

La ricerca della verità. Il sergente Ferrari disperso a Cefalonia

A Muggiò l’incontro con il figlio Walter per raccontare la Resistenza dei soldati e l’eccidio della Divisione di fanteria Acqui consumato dopo l’armistizio.

A Muggiò l’incontro con il figlio Walter per raccontare la Resistenza dei soldati e l’eccidio della Divisione di fanteria Acqui consumato dopo l’armistizio.

A Muggiò l’incontro con il figlio Walter per raccontare la Resistenza dei soldati e l’eccidio della Divisione di fanteria Acqui consumato dopo l’armistizio.

Ancora oggi non sanno nulla sulle circostanze che hanno portato alla morte del padre ed è da quando sono diventati adulti che cercano notizie certe. Ora, in occasione delle commemorazioni legate al Giorno della Memoria, l’associazione Anima Artis ha deciso di portare all’attenzione la storia di Gualtiero Ferrari, sergente maggiore del 17° Reggimento di fanteria della Acqui, attraverso una conferenza pubblica dal titolo “Cefalonia 1943. Storia di guerra, di Resistenza e di un padre disperso. Alla memoria di Gualtiero Ferrari“, in agenda venerdì alle 17 alla sala civica di Palazzo Isimbardi. Si approfondiranno i fatti storici dell’eccidio della Divisione Acqui sulle isole di Cefalonia e Corfù del 1943.

Sarà in particolare ricordata e parzialmente ricostruita la storia del sergente, nato nel 1911 a Persico Dosimo, in provincia di Cremona, e deceduto nella data presunta del 22 settembre 1943 a Cefalonia. L’iniziativa, a ingresso libero, nasce dall’incontro dell’associazione Anima Artis con il figlio di Gualtiero Ferrari, il muggiorese Walter Ferrari, classe 1941, che sarà presente per l’occasione e che, insieme alla sorella, da sempre cerca notizie certe relative alle circostanze della morte del padre. Il programma dell’evento prevede alle 17 la presentazione dell’associazione Anima Artis a cura della presidente Ilaria Ramazzotti e del vicepresidente Roberto Piva. A seguire l’introduzione del contesto storico e la relazione di Aldo Ramazzotti sulle vicende storiche dell’eccidio della Divisione Acqui e sulla vita di Gualtiero Ferrari. Alle 18 il minuto di silenzio per il Giorno della Memoria.

La storia parte dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 tra il governo Badoglio e gli angloamericani, il re Vittorio Emanuele III fugge da Roma insieme alla regina Elena, al principe ereditario Umberto, al maresciallo Pietro Badoglio e lo Stato maggiore al completo. La Wehrmacht, ossia le forze armate tedesche, occupa gran parte della Penisola, mentre l’esercito italiano si dissolve e i reparti militari, dislocati in Italia e nei Paesi occupati, restano senza direttive precise. A Cefalonia e Corfù è di stanza la Divisione Acqui con altri corpi aggregati, circa 12mila militari al comando del generale Antonio Gandin, che nei giorni riceve ordini contraddittori. Quando i tedeschi intimano agli italiani di cedere le armi, Gandin e i suoi uomini, pur senza rinforzi, scelgono di resistere e combattere i nazisti.

È l’azione più consistente di resistenza armata ai tedeschi nei giorni successivi all’armistizio e, dichiarerà nel 2001 l’allora presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, "il primo atto della Resistenza di un’Italia libera dal fascismo". La battaglia dura una settimana, fino alla resa degli italiani, che però non ferma la strage, contro ogni norma internazionale. È il più sanguinoso eccidio di connazionali della Seconda guerra mondiale: i morti sono migliaia, nonostante il numero esatto sia controverso. Anche a Corfù gli ufficiali italiani, al comando del colonnello Luigi Lusignani, dopo la resa subiscono numerose fucilazioni. Ma la tragedia della Divisione Acqui non finisce sulle isole greche. Delle prime quattro navi partite dall’isola con i prigionieri italiani, tre vengono affondate. Il resto dei sopravvissuti viene mandato nei campi di prigionia in Germania. Il primo e unico processo sui fatti si concluderà solo il 18 ottobre 2013 con la condanna all’ergastolo del caporale nazista Alfred Stork.