
La seconda vita dell’ex raffineria. Venduti distributore e capannoni
Aggiudicato il distributore di carburanti della Lombarda Petroli in liquidazione e anche tutti i quattro lotti adibiti ad uffici rimasti invenduti, con l’associazione culturale islamica che ha fatto il bis. È andato tutto esaurito alle ultime aste giudiziarie indette dal Tribunale di Monza nell’area della ex raffineria dismessa e trasformata in sito di stoccaggio di idrocarburi dove nella notte del 22 febbraio 2010 vennero sversati nel Lambro almeno 2.400 tonnellate di gasolio e oli combustibili. Al prezzo base, che era sceso da 730mila a 562.500 euro perché la prima vendita senza incanto era andata deserta, è andato all’unico offerente (il cui nome resta top secret fino a pagamento completato, ma pare non sia un colosso del settore) l’impianto già funzionante di via Sanzio di quasi 3mila metri quadrati. Si tratta del primo cospicuo risultato concreto a favore dei creditori dopo l’annosa questione a colpi di carte bollate tra il fallimento della ex Lombarda Petroli (rappresentata dalla commercialista Elisabetta Brugnoni) e il Comune villasantese.
E anche di un’occasione ghiotta per la cessione del ramo d’azienda relativo ad area, strutture e avviamento, grazie alla possibilità di completamento dell’impianto con l’aggiunta dell’erogazione di gpl, metano e colonnine di ricarica elettrica, reso possibile dopo che il Comune ha dato l’autorizzazione per l’ampliamento del distributore di carburanti. Ma non senza che ci sia stata una battaglia legale. Il Tar della Lombardia aveva accolto il ricorso cautelare presentato dal fallimento di Lombarda Petroli sulla riqualificazione del distributore di carburanti, disponendo che il Comune di Villasanta convocasse la già disposta conferenza di servizi sulla questione, avallando di fatto il progetto, pur senza l’ampliamento negato dalla Regione, ma prevedendo espressamente l’obbligo per l’amministrazione comunale di convocare la conferenza di servizi con la presenza di tutti gli enti per un esame congiunto delle soluzioni tecniche. L’incontro poi recuperato ha dato il via alla possibilità di procedere con l’asta giudiziaria.
Aggiudicati anche gli altri quattro lotti rimanenti dell’edificio all’interno dell’area della ex raffineria, al confine con Monza, adibiti ad uffici. Un lotto, un capannone di 15 locali in tutto, con annessi anche cinque posti auto e un’altra area che potrà essere adibita al deposito di bici e moto, l’aveva già comprato l’associazione culturale Daawa di Giussano, che ora se ne è aggiudicata un altro. L’ipotesi è che l’associazione, che a Giussano si era vista sospendere dal Comune il ritrovo dei fedeli musulmani per la preghiera nello stabile di via Cavour, voglia realizzare un centro islamico per ospitare attività legate al culto ma anche alla promozione della cultura islamica e della lingua araba. Aprire una moschea sarebbe al momento impedito dalla diversa destinazione dell’area.