La prima donna presidente del Comitato provinciale Monza e Brianza della Federazione ciclistica italiana entra nella storia: Chiara Mariani, classe 1975 di Sovico, due figlie - Martina e Sabrina -, ex ciclista di ottimo livello (ha vinto in titolo tricolore in pista ed è stata azzurra ai Mondiali juniores di Atene), per il prossimo quadriennio olimpico (2025-2028) guiderà il ciclismo brianzolo.
Presidente, quali saranno le prime decisioni da prendere?
"Non ho ancora in mente a chi affidare i compiti, ci vuole anche del tempo, ma di una cosa sono sicura: lavoreremo tutti insieme. Non posso fare tutto da sola e sicuramente coinvolgerò il consiglio in maniera diretta e a gennaio ci sarà una prima riunione con tutte le società. Portare avanti il discorso con gli oratori feriali è una delle priorità".
Quali sono i problemi per il ciclismo in Brianza?
"Sono molti e uno è quello di non avere qualche struttura in più per la sicurezza dei giovani che si avvicinano al nostro sport. Va bene il Bike Park di Giussano, ma servono altre simili strutture per garantire una maggiore tranquillità alle famiglie che mandano i propri figli ad allenarsi in mezzo al traffico di tutti i giorni".
Cosa si augura di riuscire a fare in questi quattro anni?
"Mi auguro di far sempre meglio e bene per soddisfare il movimento giovanile. È vero, forse qualcosa non ha funzionato come doveva, ma voglio ridare vita al ciclismo in Brianza e aumentare il numero dei bambini. Voglio riuscire a far crescere l’attività sul nostro territorio".
Bisognerebbe anche tornare a organizzare più gare in Brianza...
"Il problema è organizzativo. Non è più come una volta che in quattro e quattrotto si metteva in piedi una gara. Oggi è tutto più difficile: i costi, la logistica, i permessi, il personale idoneo e non improvvisato sono aspetti che vanno considerati. Per non parlare della viabilità, il traffico rappresenta un enorme problema".
Quindi cosa si può fare?
"Cercheremo di aiutare le società in difficoltà dando loro una mano in tutti i sensi in rapporto agli impegni che si devono affrontare. Questo ci porta a collaborare tutti insieme, che rimane una delle mie prime esigenze".
Come ci sente a essere la prima donna alla guida di un Comitato provinciale?
"Contenta e orgogliosa di esserlo. Sono nata e vivo in Brianza, il ciclismo è la mia grande passione e non vedo l’ora di rappresentarla con il diritto di sbagliare e di crescere sulla base degli errori e delle esperienze dirette".