Mille firme raccolte in poche ore per la riapertura delle sponde dell’Adda dopo la frana di maggio. Ad assicurarsele, la petizione on-line lanciata da Luigi Gasparini, presidente di Solleva, la cooperativa sociale che mette al lavoro persone in difficoltà e che fino a domenica ha gestito lo Stallazzo, l’unico punto ristoro sull’alzaia fra Cornate e Paderno. Ma alla fine dopo mesi di morta, ha dovuto arrendersi e il 1 dicembre è calato il sipario sull’antica stazione di posta, un punto di ritrovo per turisti e appassionati della natura che prima dello smottamento si davano appuntamento qui ogni giorno. "Ma con la chiusura delle rive, il flusso si è azzerato e l’economia non regge", spiega il presidente. Lasciare era l’unica via, una decisione dolorosa, ma obbligata, in attesa che "arrivino le soluzioni". E l’iniziativa in rete serve proprio a sollecitare la Regione.
"Lo Stallazzo è l’unico punto di presidio in un territorio di 30 chilometri - ricorda Gasparini - Non fornisce solo servizi bar e ristorante, ma è anche un luogo di impiego per persone svantaggiate, coordinate da volontari. Chiediamo a Milano che i tempi di rimozione della slavina e il ripristino del transito siano i più brevi possibile. È fondamentale per il bene della nostra comunità che si proceda senza altri ritardi".
Colpa del maltempo e del dissesto idrogeologico che con le piogge torrenziali della scorsa primavera hanno causato lo smottamento e l’interruzione della ciclopedonale, una delle vie più battute della Lombardia. La valanga ha bloccato la riva del Naviglio causando il cedimento del terreno, il crollo della strada e del guardrail. Gli scorci sono molto frequentati, amati, e anche celebri grazie a Leonardo che ha fissato per sempre i paesaggi fra le due centrali idroelettriche Bertini ed Esterle nelle sue tele più amate in tutto il mondo. La Provincia di Monza guida e ha pagato con 30mila euro di fondi propri uno studio propedeutico alla sistemazione, i geologi chiariranno le cause dell’incidente e valuteranno la stabilità delle rive.
Operazioni necessarie anche a quantificare esattamente quanto serva per riaprire, secondo una prima stima si parlerebbe di almeno di 1 milione.
Per quanto riguarda, invece, il ripristino dell’area e della ciclabile, le Province (c’è anche la confinante Lecco) si stanno confrontando con il Pirellone per l’utilizzo dei fondi in arrivo dalle concessioni delle grandi derivazioni idroelettriche.