BARBARA CALDEROLA
Cronaca

La speranza appesa a una firma. Petizione per riaprire le sponde ma lo Stallazzo intanto chiude

Già mille quelle raccolte online per sollecitare la Regione al ripristino dopo la frana. L’unico punto ristoro nel raggio di trenta chilometri costretto ad abbassare la serranda.

La speranza appesa a una firma. Petizione per riaprire le sponde ma lo Stallazzo intanto chiude

Già mille quelle raccolte online per sollecitare la Regione al ripristino dopo la frana. L’unico punto ristoro nel raggio di trenta chilometri costretto ad abbassare la serranda.

Mille firme raccolte in poche ore per la riapertura delle sponde dell’Adda dopo la frana di maggio. Ad assicurarsele, la petizione on-line lanciata da Luigi Gasparini, presidente di Solleva, la cooperativa sociale che mette al lavoro persone in difficoltà e che fino a domenica ha gestito lo Stallazzo, l’unico punto ristoro sull’alzaia fra Cornate e Paderno. Ma alla fine dopo mesi di morta, ha dovuto arrendersi e il 1 dicembre è calato il sipario sull’antica stazione di posta, un punto di ritrovo per turisti e appassionati della natura che prima dello smottamento si davano appuntamento qui ogni giorno. "Ma con la chiusura delle rive, il flusso si è azzerato e l’economia non regge", spiega il presidente. Lasciare era l’unica via, una decisione dolorosa, ma obbligata, in attesa che "arrivino le soluzioni". E l’iniziativa in rete serve proprio a sollecitare la Regione.

"Lo Stallazzo è l’unico punto di presidio in un territorio di 30 chilometri - ricorda Gasparini - Non fornisce solo servizi bar e ristorante, ma è anche un luogo di impiego per persone svantaggiate, coordinate da volontari. Chiediamo a Milano che i tempi di rimozione della slavina e il ripristino del transito siano i più brevi possibile. È fondamentale per il bene della nostra comunità che si proceda senza altri ritardi".

Colpa del maltempo e del dissesto idrogeologico che con le piogge torrenziali della scorsa primavera hanno causato lo smottamento e l’interruzione della ciclopedonale, una delle vie più battute della Lombardia. La valanga ha bloccato la riva del Naviglio causando il cedimento del terreno, il crollo della strada e del guardrail. Gli scorci sono molto frequentati, amati, e anche celebri grazie a Leonardo che ha fissato per sempre i paesaggi fra le due centrali idroelettriche Bertini ed Esterle nelle sue tele più amate in tutto il mondo. La Provincia di Monza guida e ha pagato con 30mila euro di fondi propri uno studio propedeutico alla sistemazione, i geologi chiariranno le cause dell’incidente e valuteranno la stabilità delle rive.

Operazioni necessarie anche a quantificare esattamente quanto serva per riaprire, secondo una prima stima si parlerebbe di almeno di 1 milione.

Per quanto riguarda, invece, il ripristino dell’area e della ciclabile, le Province (c’è anche la confinante Lecco) si stanno confrontando con il Pirellone per l’utilizzo dei fondi in arrivo dalle concessioni delle grandi derivazioni idroelettriche.