La storia e il futuro. L’ex Umberto I di via Solferino, l’ospedale Vecchio come tutti lo conoscono, "diventerà un centro polifunzionale in grado di offrire servizi socio-sanitari innovativi e di ospitare il comando provinciale dell’Arma dei carabinieri". Claudio Cogliati, presidente della Fondazione Irccs San Gerardo, sfoglia il masterplan che disegna il futuro dell’area di 65mila metri quadrati - l’equivalente di circa 9 campi da calcio - alle porte del centro di Monza. Un tempo l’unico ospedale della città, negli anni Ottanta del secolo scorso iniziò il trasloco verso il Nuovo ospedale - il monoblocco di via Pergolesi. Al Vecchio, rimasero i reparti di ostetricia e ginecologia, oculistica con il suo pronto soccorso e una serie di ambulatori. In uno dei padiglioni svuotati, fino a dieci anni fa aveva trovato spazio il corso di laurea in Scienze dell’organizzazione con la facoltà di sociologia dell’università Bicocca. Poi l’abbandono. Ora sono rimasti soltanto il centro prenotazioni e alcuni ambulatori dell’Asst Brianza, la sede di alcune associazioni di volontariato, la casa di comunità (provvisoria), uffici di Ats Brianza e del Comune, gli ambulatori del servizio dipendenze e gli studi degli infermieri di famiglia. Tutti gli altri padiglioni sono in disuso. In attesa di una riqualificazione pianificata da Irccs San Gerardo (proprietario dell’area), Regione Lombardia e Comune di Monza con un accordo di programma di inizio anni Duemila e più volte rivisto negli anni. Ora, però, c’è una versione definitiva, anche se al momento l’unica certezza riguarda la ex Casa Fossati, nella parte al confine con l’area delle Ortaglie verso via Cavallotti. "Quell’edificio, grazie a fondi Pnrr assegnati all’ospedale, sarà demolito per essere ricostruito entro il 2026 – anticipa Claudio Cogliati, presidente della Fondazione Irccs San Gerardo –. La nuova costruzione ospiterà la casa di comunità, l’ospedale di comunità, il centro operativo territoriale. E lì traslocherà anche la neuropsichiatria infantile. I lavori sono pronti a partire, stiamo approntando il piano delle demolizioni. Attorno, il Comune ha chiesto una serie di aree a verde pubblico e, viste le nuovi funzioni della ex Casa Fossati, sarà necessario rivedere anche la viabilità della zona".
Più complessa, invece, l’operazione legata alla sistemazione dell’area all’angolo tra via Solferino e via Volturno, con vista sul cortile Umbertino, nella quale dovrà traslocare il comando provinciale dei carabinieri a cui fanno riferimento 4 compagnie (oltre a Monza, anche Vimercate, Desio e Seregno), 24 stazioni, una tenenza e il posto fisso dei carabinieri a cavallo all’interno del Parco. Attualmente l’Arma è nella sede storica di via Volturno, immobile composto da 7 edifici (per un valore di oltre 5 milioni di euro) che Invimit - società del ministero dell’Economia che gestisce il patrimonio immobiliare pubblico - ha rilevato dalla Provincia. Una collocazione che sta stretta. E tutti sono d’accordo che la collocazione migliore è proprio all’ospedale Vecchio, poco distante dall’attuale caserma. Una possibilità definita anche grazie alla disponibilità di un tesoretto di circa 19 milioni per coprire (parzialmente) il costo del recupero storico degli edicifici destinati ai militari. Tuttavia il piano è stato rallentato da un cavillo burocratico. Per procedere, infatti, l’Irccs San Gerardo - proprietario dell’ospedale Vecchio - dovrebbe cedere a titolo gratuito il diritto di superficie per 99 anni al Demanio che così potrebbe elaborare il progetto e diventare anche “soggetto attuatore del restauro e della costruzione di nuovi edifici“. Ma per legge il passaggio di superficie al Demanio può avvenire soltanto dalla Regione o dagli enti locali.
Una strada percorribile potrebbe essere una sorta di “baratto“: visto che la Regione, in passato, ha erogato contributi al San Gerardo per coprire i costi della ristrutturazione dell’ospedale Nuovo (circa 60 milioni che sarebbero dovuti arrivare dalla vendita all’asta dell’ospedale Vecchio, tutte andate deserte), quei soldi potrebbero consentire all’Irccs di trasferire a Regione la proprietà dell’area dove dovrebbero andare i carabinieri e quindi sbloccare il passaggio del diritto di superficie al Demanio. Di fatto, con quel trasferimento di una sessantina di milioni Regione ha “comprato“ l’area dell’ex Umberto I. L’ultima parola spetta ai ragionieri dello Stato. In ogni caso "noi abbiamo praticamente ultimato il masterplan in modo tale da essere subito pronti a entrare nelle fasi operative appena si sbloccherà la questione del diritto di superficie", assicura il presidente Cogliati. Perché l’ospedale di via Solferino "rappresenta un patrimonio sanitario e culturale di grande valore per la città". Il progetto "non solo garantirà un miglioramento dei servizi socio-sanitari alla popolazione – assicura Cogliati –, ma avrà anche un impatto positivo con nuove opportunità, in particolare di recupero di aree da destinare a verde pubblico comunale. E abbiamo in mente di realizzare anche un giardino terapeutico".