Il nuovo anno comincia in Brianza da dove era stato chiuso: la triste storia delle morti sul lavoro si allunga di un nuovo capitolo. Il primo infortunio letale del 2025 si è consumato a Giussano, sul tetto di un capannone ormai in disuso. La vittima aveva 32 anni: l’operaio di origini senegalesi Cheikh Ndiaie, residente a Cassago Brianza (Lecco), è morto sul colpo dopo essere precipitato dal tetto di un capannone in via Brunati, al confine con Verano Brianza.
Un volo di sette metri che non gli ha dato scampo. Vano l’intervento dei soccorritori, che hanno dovuto constatare il decesso. Il tragico incidente è avvenuto poco dopo le 14 di ieri. Dalle prime informazioni, il 32enne stava lavorando sul tetto di un’azienda specializzata nella lavorazione del legname e chiusa per cessata attività da diversi anni: il suo compito era di recuperare i rottami, quando avrebbe messo inavvertitamente un piede in fallo, un ondulato o il lucernario, che crollando lo ha fatto precipitare da un’altezza di circa 7 metri.
Il giovane, al lavoro per la Fcf Solutions di Bulciago, nel Lecchese, è precipitato nel vuoto, picchiando violentemente la testa sul terreno. Immediatamente è scattata la chiamata al numero di emergenza e sul posto sono arrivati i soccorsi in codice rosso. Nonostante il tempestivo intervento, i volontari della Croce Bianca di Besana non hanno potuto far altro che constatare il decesso del trentaduenne. In via Brunati sono accorse le ambulanze, i carabinieri, i vigili del fuoco e il personale di Ats Brianza per tutti gli accertamenti del caso.
Il giovane operaio dipendente dell’azienda che svolge attività di sgombero di cantine, solai e garage, era sul tetto proprio per recuperare il materiale e metterlo in un carrellino. L’incidente ha lasciato tutti sconvolti nel capannone, vicino al quale erano al lavoro altri operai all’interno dell’ex azienda di legnami e tranciati per recuperare le attrezzature rimaste dalla ditta fallita. Oltre ai soccorsi e alle forze dell’ordine, sul luogo dell’incidente mortale, come da triste pratica, sono arrivati i tecnici dell’Ats, che dovranno come sempre in questi casi appurare se sono stati rispettati tutti i dispositivi di sicurezza.
Il 2024 è stato un anno drammatico. A gennaio la prima vittima Marco Sottocorno, 63 anni, ha perso la vita in una caduta in cantiere a Bernareggio. Ad aprile Mohamed Abdeltawwab Kamel Mabdrouk, 42 anni, colpito da un pezzo di ferro staccatosi da una gru, è morto dopo aver lottato per quattro giorni in un letto d’ospedale, lasciando la moglie e quattro figli. A giugno a Brugherio Amadou Sanneh è morto mentre stava lavorando in una ditta di vernici, travolto da una fiammata provocata da un’esplosione. Lo stesso mese Mearouane Mekaoui è morto a Sovico, colpito da un carico sospeso. Ad agosto un operaio di 22 anni, Moustafa Kamel Hesham Gaber, è morto stritolato nel compattatore dei rifiuti. Poi Felice Cilio, morto in cantiere a Cesano Maderno a 75 anni e Angelo Vertemara, l’agricoltore di Usmate Velate travolto da una balla di fieno da 800 chili.
Sul nuovo caso è scoppiata la polemica politica. All’attacco la deputata Silvia Roggiani, segretaria regionale Pd Lombardia: "Mentre la Lombardia, dopo il triste record del 2023, si riconferma maglia nera per gli incidenti mortali sul lavoro anche nel 2024, con ben 121 decessi, il governo regionale e quello nazionale restano colpevolmente immobili". "Vergognoso sciacallaggio politico – replica il capogruppo della Lega Alessandro Corbetta –. Regione Lombardia, pur con poche o nulle competenze in merito, ha istituito una Commissione speciale sulla sicurezza nei luoghi di lavoro proprio per rafforzare i controlli, avviare monitoraggi e potenziare la formazione del personale e la prevenzione".