STEFANIA TOTARO
Cronaca

Lady Dentiera adesso non si muove: avrà il divieto di uscire da Monza

Obbligo di dimora di 6 mesi per Anna Maria Canegrati

Maria Paola Canegrati

Monza, 11 maggio 2017 - Obbligo di dimora a Monza per 6 mesi per Lady Sanità. Lo ha deciso il Tribunale, accogliendo la richiesta della pm monzese Manuela Massenz, per Maria Paola Canegrati, l’imprenditrice monzese dell’odontoiatria arrestata nel febbraio dell’anno scorso nell’inchiesta “Smile” della Procura di Monza sulla corruzione negli appalti per i service negli ospedali pubblici che ha coinvolto anche l’ex presidente della commissione Sanità lombarda Fabio Rizzi.

La zarina delle protesi dentarie ha trascorso 6 mesi in carcere e dallo scorso ottobre si trovava agli arresti domiciliari nella sua casa di Monza. L’8 maggio scorso sono scaduti i termini di custodia cautelare per la 53enne, che avrebbe potuto tornare in libertà. Ma la pm Manuela Massenz ha presentato per tempo ai giudici del collegio del Tribunale di Monza presieduto da Alessandro Rossato (dove riprende oggi il processo) la richiesta di una nuova misura restrittiva: per altri 6 mesi Maria Paola Canegrati non potrà allontanarsi da Monza dove dimora.

Un provvedimento a cui l’imprenditrice potrebbe, se ritiene, opporsi attraverso i suoi difensori presentando un ricorso. Lady Dentiera è l’unica ancora sottoposta a custodia cautelare dopo che tutti gli altri coimputati hanno da tempo riottenuto la libertà in seguito a una raffica di patteggiamenti. Fabio Rizzi e il suo portaborse Mario Longo hanno patteggiato 2 anni e 6 mesi pagando rispettivamente 70 e 180mila euro e ha patteggiato 1 anno e 9 mesi Stefano Lorusso, il “riciclatore” all’estero dei soldi della “cricca” che era stato estradato da Miami in Florida. Dell’ex Azienda ospedaliera di Desio e Vimercate ha patteggiato a 1 anno e 10 mesi l’addetta ai contratti Anna Maria Gorini. Anche l’imprenditrice monzese aveva concordato con la Procura di Monza una pena di 4 anni e 2 mesi di reclusione (con il pagamento di 300mila euro), la pena più alta dell’inchiesta, ma il patteggiamento è stato respinto dal giudice per le udienze preliminari monzese Federica Centonze che lo ha ritenuto esiguo.

Così Maria Paola Canegrati è stata rinviata a giudizio per corruzione a vario titolo con i soci Giuseppe Nachiero e Giancarlo Marchetti, il dirigente di odontoiatria al Policlinico di Milano Giorgio Alessandrì e il supervisore del servizio di odontoiatria dell’ex Azienda Ospedaliera di Desio e Vimercate Stefano Garatti. Questi ultimi, a differenza della Canegrati, hanno scelto di andare a processo, dove si sono costituiti parti civili la Regione Lombardia, gli Istituti Clinici di Perfezionamento, l’attuale Azienda ospedaliera che ha preso il posto della ex Desio-Vimercate, l’Ordine provinciale dei medici e il Codacons.