ALESSANDRO SALEMI
Cultura e Spettacoli

L’album di Teodolinda, scatti da copertina: "Io, Taylor Swift e la mia Monza"

Il brianzolo Maurizio Galimberti, genio della Polaroid e la personale in Villa per tenere a battesimo la rassegna Photo Fest in spazi pubblici e privati; "Qui è un grande set. E presto farò il ritratto dal vivo alla pop star dei record".

L’album di Teodolinda. Scatti da copertina: "Io, Taylor Swift e la “mia“ Monza"

Uno degli scatti di Maurizio Galimberti

Monza – "Monza è un soggetto fotografico strepitoso su cui amo lavorare. Ho già realizzato un calendario della città l’anno scorso, i cui scatti fanno parte di una collezione privata e sono conservati alla sede monzese di Assolombarda. Per l’anno prossimo sto lavorando a un enorme racconto visivo di Monza".

Maurizio Galimberti, uno dei più grandi fotografi italiani viventi, famoso soprattutto per i suoi mosaici di polaroid, “debutta“ nella ’sua’ Monza (dove vive da 3 anni) con una personale nella Sala Convegni della Villa Reale. L’esposizione - che spazia dalle scomposizioni dell’immagine della cantante Taylor Swift a un lavoro di street photography a New York, ad una serie di carte da visita di immigrati europei a Brooklyn riviste con la tecnica ready made -, dà il là alla prima edizione del Monza Photo Fest, rassegna di fotografia d’autore diffusa negli spazi pubblici e privati della città.

Quale sarà il filo conduttore della sua mostra monzese?

"Saranno New York e l’America. La street photography per gli angoli di New York è frutto di un mio lavoro del 2017. Sono 35 scatti in bianco e nero che raccontano momenti di vita autentici. Le cartoline da visita degli emigrati europei sono invece restaurate e rivisitate con le sovrapposizione di polaroid, per cercare di renderle contemporanee, mentre il lavoro su Taylor Swift è una rilettura di un materiale fotografico che già c’è, derivato dalle illustrazioni dei suoi dischi già pubblicati".

Polaroid ma anche tanto.

"Io ho sempre lo spirito del fotografo curioso, sono un divoratore di immagini, vorace, e amo la fotografia istantanea. Ho la filosofia di Bresson: un fotografo arriva, fa l’immagine e se ne va, senza mettere in posa nessuno. Questa si può fare sia con polaroid sia con gli apparecchi fotografici con zoom, come ho fatto a New York. Uso sia analogico sia digitale, che negli ultimi anni si è molto perfezionato. L’unica cosa che mi inquieta è l’intelligenza artificiale. È quanto di più lontano possa caratterizzare un lavoro poetico, che è fatto di stati d’animo".

Di poesia ce n’è molta anche nelle scomposizioni di Taylor Swift. Da cosa nasce questa idea?

"La mia rilettura di Taylor Swift è in chiave pop, come faceva Andy Warhol con le star della sua epoca. La trovo un personaggio straordinario. Non una semplice stella del pop che muove masse di persone e Pil. Lei era un fenomeno già a 14 anni, quando iniziò col country, per poi passare al rock dal disco in cui collaborò con Ed Sheeran. È una musicista di grande spessore e profondità. Sono felice di avere a breve la possibilità di farle un ritratto fotografico dal vivo".

Una notizia non di poco conto.

"Si, come dicevo, ne sono davvero felice. Nel 2010 ho fotografato Lady Gaga. Tra poco toccherà a lei. Abbiamo già trovato l’accordo con il suo management. Sarà un lavoro affascinante per me".

Tornando dai mondi dello star system, alla più placida Brianza, come si è ambientato in questi tre anni di residenza a Monza?

"Benissimo. Io sono di Meda, ma per lungo tempo ho vissuto a Milano. Ultimamente Milano è diventata invivibile, troppo caos, troppo rumore. Monza è una città a misura d’uomo, con i suoi spazi di silenzio, ideali per produrre immagini. Ho una casa con un ampio giardino, nel quale posso meditare. Picasso diceva che per produrre è necessario crearsi dei momenti di solitudine inaspettati".

Com’è la sua Monza fotografica. Cosa ha già fotografato e quali sono i suoi scorci prediletti da riprodurre dietro all’obiettivo?

"Monza è tutta un grande set, in particolare il centro storico. Il lavoro sul calendario dell’anno scorso è stato composto da 14 scatti polaroid dei suoi beni artistici di maggior rilievo: Duomo, Arengario, Cappella Espiatoria, Villa Reale, Parco. Ora sto lavorando al libro fotografico della città, con oltre 300 scatti, che uscirà l’anno prossimo. Io amo in particolare la Monza storica, ricca di arte, ma ci sono anche angoli di modernità che mi affascinano. Penso in primis a piazza Trento e Trieste, con questi palazzi razionalisti anni ‘60 bellissimi, che regalano angoli di grande suggestione".