ALESSANDRO SALEMI
Cronaca

L’arte del SaporFare. Chef e sommelier speciali. La Fondazione Tavecchio e il “menu“ dell’inclusione

Dopo 8 anni di attesa, sbloccato il permesso di costruire nell’area di 12mila metri in via Papini. Nel 2026 sorgerà un centro polifunzionale con laboratori aperti alla città e un ristorante a Km 0.

Dopo 8 anni di attesa, sbloccato il permesso di costruire nell’area di 12mila metri in via Papini. Nel 2026 sorgerà un centro polifunzionale con laboratori aperti alla città e un ristorante a Km 0.

Dopo 8 anni di attesa, sbloccato il permesso di costruire nell’area di 12mila metri in via Papini. Nel 2026 sorgerà un centro polifunzionale con laboratori aperti alla città e un ristorante a Km 0.

Il sogno è diventato realtà. La Fondazione Tavecchio avrà il suo Centro polifunzionale. E sarà unico nel suo genere. L’associazione monzese - impegnata da 26 anni in progetti inclusivi di formazione e sport per persone diversamente abili -, ha ottenuto il permesso di costruire da parte del Comune di Monza e ieri in Municipio è arrivata la stretta di mano tra il presidente e fondatore dell’associazione, Alessio Tavecchio, e il primo cittadino, Paolo Pilotto. La nuova struttura sorgerà all’interno dell’Agriparco “Accolti e Raccolti“ di via Papini (area agricola di 12mila metri quadrati) e includerà una scuola di cucina, laboratori formativi e creativi (di lavorazione di frutta e verdura, pastificio e produzione agroalimentare), una wine-school (all’Agriparco si producono 500 bottiglie all’anno di Autari, primo vino prodotto a Monza), una sala polivalente per eventi e un ristorante aperto al pubblico. Ma sarà anche un presidio per attività organizzate dai servizi sociali. "Oggi è per me un giorno di grande gioia – dichiara entusiasta Alessio Tavecchio –. Ci sono voluti 4 anni per il rilascio del permesso di costruire, e prima ancora altri 4 anni per realizzare questo progetto, che ha l’obiettivo di coniugare sostenibilità, inclusione sociale e valorizzazione del territorio". "Il Centro, che abbiamo deciso di chiamare “SaporFare“ – continua il presidente – punta a un’inclusione completa e al rispetto dell’ambiente così come dettato dall’Agenda Onu 2030. Come per l’Agriparco, le attività del Centro risponderanno pienamente a 16 dei 17 obiettivi posti dall’Onu. Sarà una struttura di 1.100 metri destinata alla formazione di persone diversamente abili ma anche di persone con fragilità (come disoccupati, ex detenuti, giovani e adulti con situazioni di disagio) e sarà sempre aperta a scuole, associazioni, cittadini, servizi sociali". Il costo complessivo per la realizzazione dell’edificio è di 2 milioni di euro (di cui 1,5 milioni per la struttura e 500mila per gli arredi), già coperti con 750 mila euro da un finanziamento di Banca di credito cooperativo di Milano, e con una restante parte da recuperare con raccolte fondi, donazioni, prestiti fruttiferi, nuovi bandi e contributi a fondo perduto. Il ristorante sarà di 150 metri quadrati (tra cucina e sala) e offrirà 180 posti, 80 all’interno e 100 nello spazio esterno che si affaccia sull’Agriparco.

Sarà privo di barriere architettoniche e con una postazione riservata a persone diversamente abili, ma soprattutto rappresenterà una grande opportunità di lavoro per almeno 10 persone con disabilità che la Fondazione prevede di impiegare nel servizio. Ogni pasto servito al ristorante, prodotto acquistato nei laboratori, o evento realizzato, sosterranno il Centro SaporFare e le iniziative e realtà sociali ad esso connesse. "Tutte le sue diverse aree e attività saranno il punto centrale di un percorso completo incentrato sull’enogastronomia, includendo formazione professionale, inserimento lavorativo e attività ludicocreative – conclude Tavecchio –, ma non solo. Grazie ai numerosi partner che già sostengono la Fondazione, si potranno offrire servizi di didattica professionale o di formazione all’autonomia, in collaborazione con le aziende partner, con la possibilità di coinvolgere via via anche altre imprese del territorio, in settori chiave del mondo del lavoro come la tecnologia". Il nuovo Centro polifunzionale dovrebbe sorgere entro due anni: entro un anno la posa della prima pietra e poi un anno per l’edificazione.