STEFANIA TOTARO
Cronaca

L’assistente scolastica infedele. Tfr bloccato e casa pignorata

Giussano, per recuperare i 156mila euro sottratti con finti servizi informatici

Giussano, per recuperare i 156mila euro sottratti con finti servizi informatici

Giussano, per recuperare i 156mila euro sottratti con finti servizi informatici

Il Tfr già bloccato e a fine maggio il pignoramento dell’abitazione familiare. Così la magistratura sta cercando di recuperare i 156mila euro che è accusata di essersi intascata in tre anni, con una serie di bonifici dalle piattaforme in uso alla scuola mascherati da “mandati di pagamento“ per servizi informatici mai realizzati o per l’acquisto “di beni“ mai effettuati, l’ex assistente amministrativa in servizio all’istituto comprensivo “Don Rinaldo Beretta“ di Giussano.

La donna, F.D., 54 anni, già ritenuta responsabile dalla Corte dei Conti della Lombardia, all’udienza preliminare davanti al Tribunale di Monza ha tentato di chiudere i conti con la giustizia penale con un patteggiamento, ma la pena da concordare con la Procura per peculato prevede la restituzione delle somme che si intendono sottratte, impossibile perché i suoi conti correnti, che sono stati già sequestrati, presentavano poche decine di migliaia di euro. Da qui la necessità del prelievo forzato del Tfr relativo a una ventina di anni di lavoro a scuola, oltre al pignoramento della casa in cui vive la famiglia dell’ex assistente amministrativa. Con lei sono imputati in concorso anche due familiari ritenuti a loro volta corresponsabili perché le somme indebitamente sottratte sarebbero finite su conti correnti a lei intestati ma anche cointestati ai parenti stretti. Loro sostengono di non essere stati a conoscenza della provenienza delle somme. I tre dovranno tornare in Tribunale a novembre per il processo con il rito abbreviato. Finora né il Ministero dell’Istruzione e del Merito e neanche la scuola si sono costituiti parti civili. Secondo la pubblica accusa F.D., che poi è stata licenziata dalla scuola (la cui dirigente è risultata completamente estranea ai fatti contestati), dal 2021 al 2023, nella sua qualità di "assistente amministrativo di ruolo facente funzioni di Direttore dei servizi generali e amministrativi", e quindi da ritenersi "incaricata di pubblico servizio", si sarebbe appropriata delle somme di denaro predisponendo ed eseguendo "113 mandati di pagamento" in assenza di "giustificazioni o adeguate causali". Come riportato dalla sentenza della Corte dei Conti, i bonifici emessi da F.D. dei cui importi era stata "vanamente chiesta la restituzione", avrebbero dovuto coprire "acquisti" che la donna avrebbe fatto per la scuola oppure "rimborsi indicati nei mandati di pagamento" per beni vari o servizi informatici. Tuttavia, le indagini non avrebbero trovato "alcuna documentazione giustificativa" per quelle cifre, nemmeno "nel registro fatture della scuola".

Alla 54enne il Tribunale aveva già disposto un sequestro parziale all’apertura delle indagini e successivamente i giudici contabili lombardi hanno imposto un ulteriore sequestro a suo carico. La vicenda è stata scoperta dopo un’analisi dei movimenti finanziari della scuola, che avevano fatto emergere un flusso di bonifici sospetti camuffati da spese per servizi. (in foto il procuratore Claudio Gittardi)

S.T.