La Provincia di Monza e Brianza ritira la costituzione di parte civile dal processo sui lavori pubblici in Brianza ottenuti grazie a pubblici ufficiali corrotti con mazzette, regali e buoni benzina che vede al centro l’imprenditore di Giussano Francesco Tallarita. L’Ente, rappresentato dall’avvocato Marco Negrini, è riuscito a ottenere un risarcimento dei danni dai suoi dipendenti imputati e dallo stesso imprenditore unitamente alla sua azienda ora commissariata. Tallarita sta trattando anche con altre parti civili, con l’obiettivo di ottenere il patteggiamento della pena di 4 anni concordato con la Procura di Monza, che ha coordinato le indagini della guardia di finanza di Seregno. All’udienza preliminare davanti alla giudice Francesca Bianchetti sono state presentate altre 6 richieste di patteggiamento, mentre altri 7 imputati hanno chiesto il processo con il rito abbreviato. Sono complessivamente 14 gli imputati (oltre a tre società facenti capo all’imprenditore), 23 le imputazioni a vario titolo contestate per corruzione, turbativa d’asta, falso e reati fiscali. Nelle indagini, oltre a Francesco Tallarita, nel maggio 2022 erano finiti agli arresti domiciliari (misure cautelari nel frattempo revocate e decadute) 4 dipendenti pubblici rispettivamente della Provincia di Monza e dei Comuni di Biassono, Desio e Pessano con Bornago, mentre altri 7 erano stati indagati a piede libero, tra cui anche la moglie di Tallarita, altri funzionari del Comune di Biassono e della Provincia e un dipendente della società BrianzAcque in qualità di responsabile unico per l’affidamento del servizio di manutenzione del verde sulle aree dei loro impianti.
Con i patteggiamenti gli Enti che si sono costituiti parti civili non vedranno un euro se non il via libera per una causa civile di risarcimento dei danni all’immagine. Alla firma della conclusione delle indagini i pm monzesi Carlo Cinque e Marco Giovanni Santini hanno aggiunto altre imputazioni per Tallarita, tra cui una nuova accusa di istigazione alla corruzione per avere provato a corrompere pochi giorni prima del Natale 2019 anche il responsabile del servizio gestione del verde del Comune di Monza con una confezione regalo contenente una bottiglia di vino e 1.000 euro in contanti, che però gli era stata subito restituita dal funzionario pubblico.