FABIO LUONGO
Cronaca

Le fragilità della mente. Sempre più giovani in corto circuito: "Emergenza sociale"

Il progetto Mataxa della Fondazione Venosta in campo con due équipe. Visite a domicilio per intercettare i bisogni e aiutare la sanità pubblica:. "Gli operatori fanno grandi sforzi, ma un paziente su tre non viene seguito".

Le fragilità della mente. Sempre più giovani in corto circuito: "Emergenza sociale"

Le fragilità della mente. Sempre più giovani in corto circuito: "Emergenza sociale"

Sessanta brianzoli seguiti in questi primi due anni di attività, con due équipe che vanno direttamente a casa delle persone, per intercettare nel modo più efficace le loro fragilità. E avviare un percorso per uscire dal “buio“. Interventi che nascono dai bisogni del territorio e che hanno saputo mettere in rete le forze di istituzioni, fondazioni, cooperative e mondo del volontariato: tutti assieme contro il disagio psichico, per rispondere alla necessità crescente di aiuto nel campo della salute mentale. Tutto questo è il progetto Mataxa, un innovativo lavoro di psichiatria di comunità che opera in Brianza nei 13 Comuni dell’Ambito territoriale di Carate. A dare vita al progetto sono stati l’associazione Le Comunità della Salute, il Consorzio Comunità Brianza Imprese Sociali e la Fondazione Guido Venosta, insieme ad Asst Brianza, alle cooperative sociali Novo Millennio e Luciano Donghi, ad Asvap e all’Associazione Giulia e Matteo. Quello che Mataxa fa è realizzare attività di riabilitazione e accompagnamento per persone psichicamente fragili, che vivono in questa fetta di Brianza.

"Mataxa – racconta Filippo Viganò, presidente delle Comunità della Salute – è nato come idea nel 2020, in piena pandemia, dal rilevamento dei bisogni del territorio da parte degli operatori che lavorano nel campo della salute mentale e dalla nostra associazione, che si occupa di salute ed equità, perché si possa dare a tutti la possibilità di usufruire del Sistema sanitario nazionale". "I bisogni della salute mentale stanno aumentando, sia in Brianza sia in Lombardia: cresce il disagio giovanile, crescono gli accessi ai servizi territoriali della salute mentale e i ricoveri in pronto soccorso – la fotografia scattata da Viganò –. A fronte di questo scenario c’è una drammatica riduzione di risorse, non soltanto economiche, ma anche di personale professionalmente qualificato. Per fare un paragone chiaro: in Francia nel 2020 si spendevano 510 euro a cittadino per la salute mentale, in Italia 61 euro. Questo la dice lunga sulle difficoltà che abbiamo in questo campo. Gli operatori fanno grandi sforzi per adeguarsi alle richieste, ma secondo una ricerca di Cergas Bocconi una persona su tre di quelle che hanno bisogno di essere seguite per questi problemi non lo sono". È proprio in questo quadro che interviene il progetto Mataxa. "È una piccola goccia nel mare, ma è un progetto innovativo – rimarca il presidente Viganò –, perché dà un aiuto importante alla struttura del dipartimento di salute mentale dell’ospedale di Vimercate con un forte accento sulla domiciliarietà: le équipe degli operatori vanno a casa delle persone per gli interventi e questo è qualcosa di innovativo. Inoltre è un progetto di comunità: ci sono istituzioni come Asst, la Fondazione Venosta che sostiene il progetto, le cooperative e il mondo del volontariato, che si sono uniti assieme per agire in modo integrato e avere una potenzialità maggiore".

E i primi risultati dopo due anni di lavoro sono positivi. "Abbiamo 60 persone seguite da 2 équipe, una clinica e una sociale – chiarisce –: la prima lavora dal punto di vista psicologico, psicoterapeutico e infermieristico; la seconda sostiene le persone e le famiglie avvicinandole al mondo del lavoro, aiutandole per la loro autonomia e a interfacciarsi con i servizi sociali del proprio Comune". Amministrazioni che supportano in parte il progetto sul fronte economico, "con 30mila euro in 2 anni – fa i conti Viganò –. I costi sono poi sostenuti da Fondazione Venosta (legata a Giuseppe Caprotti, figlio di Giorgina Venosta e di Bernardo Caprotti, il fondatore di Esselunga, ndr). Ma contiamo di trovare anche altre risorse, per rendere il progetto continuativo negli anni. Perché è importante che non finisca e si sviluppi, vista la validità, anche in altri territori della provincia". Sulla carta Mataxa dovrebbe terminare nel 2025, ma l’obiettivo è renderlo stabile, proprio per l’impatto sociale positivo che sta avendo, e anche perché "è pure una bella integrazione tra volontariato e mondo della cooperazione, col terzo settore che si fa attore importante per sostenere la salute dei cittadini".