Arriva un altro nome monzese tra le candidature alle elezioni europee dell’8-9 giugno. Si tratta di Arianna Bettin, assessora alla Cultura di Monza, che si presenta con Alleanza Verdi-Sinistra, affiancando la capolista Ilaria Salis, e diventando così la terza donna monzese candidata, dopo Désirée Merlini, in lizza con la lista “Libertà“ di Cateno De Luca.
Bettin ha 29 anni ed è l’assessora più giovane della Giunta Pilotto. Nel 2016 ha co-fondato la lista civica LabMonza, e due anni fa alle comunali è stata la candidata donna con più voti per il centrosinistra. Laureata in filosofia e in relazioni internazionali, nel 2021 ha iniziato un dottorato in Studi strategici e di sicurezza.
Assessora Bettin, da cosa è nata la volontà di candidarsi alle elezioni europee con Alleanza Verdi-Sinistra?
"Non era in programma, mi è stato proposto a inizio marzo da Sinistra Italiana. Ero focalizzata sul mio lavoro di assessora. Ho accettato per il contributo che potrei dare nel far arrivare forti idee di sinistra al Parlamento Europeo, a fronte di una tornata elettorale cruciale per l’Unione Europea, con un’estrema destra in ascesa".
Quale ritiene siano le politiche più urgenti da promuovere oggi in Europa?
"Innanzitutto ampliare il Green Deal e utilizzare nuovi strumenti fiscali e finanziari per accelerare la transizione ecologica. Il debito comune europeo andrebbe usato per questo piuttosto che per sostenere la spesa militare. L’Ue deve agire soprattutto con la diplomazia per prevenire e sedare i conflitti. In terzo luogo, occorre governare i grandi fenomeni sociali del nostro tempo nel senso della giustizia sociale: bisogna condurre una lotta rigorosa contro lo sfruttamento, il lavoro nero, mal pagato o non pagato e istituire un vero sistema di accoglienza europeo".
Queste politiche avrebbero un riflesso anche su Monza e Brianza? Cosa significa ripartire dai territori se ci riferiamo all’Unione Europea?
"Queste misure avrebbero certamente una ricaduta concreta sul territorio. L’Unione Europea può orientare le politiche locali destinando in modo intelligente i finanziamenti, dando ad esempio priorità alle piccole e medie opere strategiche, piuttosto che alle grandi opere, spesso inutili e dannose. Un sistema d’accoglienza integrato consentirebbe di superare leggi nazionali sciagurate, e molto poi si potrebbe fare per rendere il mondo del lavoro più giusto ed equo, vietando gli stage non retribuiti e la lunga trafila di contratti capestro sotto pagati per i giovani, introducendo un salario minimo garantito".
Se dovesse essere eletta al Parlamento europeo lascerebbe l’incarico di assessora?
"L’obiettivo è far superare lo sbarramento ad Alleanza Verdi e Sinistra. Se poi dovessi risultare eletta, mi confronterei con la mia lista civica e con il sindaco per decidere cosa fare".
Da appassionata di politica e da ricercatrice, ritiene che i giovani facciano ancora bene a credere nella politica?
"La politica è ancora la sola strada per cambiare la società. Non è necessario che la si intenda all’interno delle istituzioni o dei partiti, anche l’associazionismo, l’arte, il volontariato, la scrittura sono modi della politica. Ma non c’è alternativa che produca cambiamento. L’alternativa è l’apatia, l’indifferenza, la disillusione. Con queste di certo non si cambia il mondo".