È stata proprio l’inutilizzabilità delle intercettazioni a spingere la Corte di Cassazione ad annullare, con rinvio a un’altra sezione della Corte di Appello di Milano, la sentenza di secondo grado che, rispetto alla decisione di primo grado del Tribunale di Monza, aveva deciso pene quasi dimezzate, tra assoluzioni per alcune accuse e prescrizioni, per la parte dei presunti complici di Giuseppe Malaspina condannati con il rito abbreviato.
Il Tribunale di Monza aveva deciso 20 condanne fino a 6 anni e mezzo per reati fallimentari e tributari, trasferimento fraudolento di valori e riciclaggio (non ritenuta invece l’associazione per delinquere). La Corte di Appello aveva dimezzato le pene per Giorgio Spinelli, uno dei più stretti collaboratori di Malaspina, e per la ex moglie dell’imprenditore Adriana Foti. Due anni pena sospesa per la ‘storica’ segretaria Miriam Brambilla e per l’ex presidente del Consiglio di disciplina dell’Ordine degli ingegneri di Monza e Brianza Cesare Croce. Confermata invece la condanna a 3 anni e 4 mesi per l’altro stretto collaboratore di Malaspina, Roberto Licini. La data dell’appello bis non risulta ancora fissata.
S.T.