STEFANIA TOTARO
Cronaca

Legata e abbandonata come un sacco. Un’altra denuncia per l’uomo che ha nascosto il corpo nei boschi

A carico di un padre di famiglia anche l’accusa per morte come conseguenza della cessione di droga

Karine Cogliati aveva 26 anni, l’ipotesi più accreditata è che sia morta di overdose

Karine Cogliati aveva 26 anni, l’ipotesi più accreditata è che sia morta di overdose

"Abbiamo trascorso la notte insieme consumando cocaina e lei ha avuto un malore". Lo ha ammesso G.B., il commerciante 46enne di Carate Brianza già denunciato per occultamento di cadavere per avere abbandonato nella boscaglia la 26enne italo-brasiliana Karine Cogliati, trovata morta domenica pomeriggio in zona Realdino, raccolta in posizione fetale e legata con una felpa che passava sotto le gambe, allacciava le caviglie e poi si annodava sopra la testa per trasportarla come un sacchetto di rifiuti. Ora per l’uomo, sposato e padre di un bambino, si è aggiunta anche la denuncia per morte come conseguenza della cessione di droga. Il 46enne ha negato rapporti intimi con la giovane, che comunque non presenta segni di violenza né soffocamento. L’autopsia già eseguita non è riuscita a chiarire le cause della morte e ora si attendono gli esiti degli esami tossicologici per avere la conferma di quella che al momento resta l’ipotesi più accreditata, il decesso per overdose. Anche se sui social sono apparsi molti commenti di persone che la conoscevano e uno in particolare di una donna che ha fatto nomi e anche qualche cognome di uomini accusandoli di avere "ucciso" Karine. Inoltre un 40enne di Carate, con alle spalle una lunga fila di precedenti penali, condanne e denunce, ha chiesto di venire sentito dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Monza Brianza e della Compagnia di Seregno ed è stato interrogato per 4 ore come persona informata sui fatti. Sono stati gli stessi militari a rintracciare G.B. mentre stava fuggendo in auto. Karine, madre di due bambine, viveva da anni senza fissa dimora ed era conosciuta al Servizio per la cura delle tossicodipendenze. Nell’ultimo periodo aveva accumulato denunce per piccoli reati. Viveva di espedienti e si accompagnava a persone che a loro volta si muovevano nell’emarginazione.

A scoprire il cadavere la scorsa domenica pomeriggio è stato un cittadino che stava passeggiando in un sentiero impervio vicino al fiume Lambro. Le circostanze del ritrovamento e il mistero sulle cause del decesso hanno spinto la Procura di Monza coordinata da Claudio Gittardi a indagare più a fondo. Gli accertamenti continuano ancora. A partire dai riscontri per capire se la giovane potesse essere soccorsa e salvata dal 46enne, che invece si è sbarazzato del corpo ed è scappato.