Il 30 settembre 1864 veniva costituito a Monza, su iniziativa del medico Luigi Ripa, un Comitato dell’Associazione italiana per il soccorso ai feriti ed ai malati in guerra, quella che sarebbe diventata di lì a poco la Croce Rossa, Comitato di Monza. Ieri, a 160 anni di distanza, i volontari hanno festeggiato in piazza Trento e Trieste: dimostrazioni di primo soccorso, lezioni sulla sicurezza stradale e sulla prevenzione e una partecipatissima risottata solidale - “Un sorRISO per la SLA“ - a cura di Ti do una mano Onlus, a favore di Progetto SLAncio e Clinica Nemo. Dieci ore di attività (dalle 11 alle 21) in cui bene è emerso ciò che fanno le persone dietro quelle rassicuranti polo rosse ogni giorno.
"Questa è una giornata importante per noi soprattutto per far conoscere che Croce Rossa non è solo ambulanza - dichiara Claudio Catucci, presidente pro tempore di Croce Rossa Monza (il 17 novembre ci sarà la nuova elezione) -. Sicuramente il 118 rappresenta un’importantissima attività, ma poi c’è tanto altro: l’assistenza ai migranti, l’aiuto ai senza fissa dimora con le nostre unità di strada, le raccolte alimentari e la distribuzione di beni di prima necessità alle famiglie bisognose e ancora i nostri corsi di primo soccorso, di utilizzo del defibrillatore e di disostruzione pediatrica per i genitori". Un corpus enorme di attività di aiuto a cui collaborano oggi quasi 370 volontari (e 10 dipendenti) a Monza, non contando la quarantina che fanno parte del Corpo militare di Croce Rossa e la sessantina di crocerossine. "Sono settori a noi complementari - chiarisce Catucci -, i militari si impiegano soprattutto per le emergenze e negli scenari internazionali, dando un apporto logistico fondamentale, mentre le infermiere volontarie nel sociale, anche all’interno degli ospedali". La collaborazione e la complementarietà sono i concetti a cui Croce Rossa Monza si ispira per il futuro. "Vogliamo aumentare le nostre collaborazioni con le altre realtà associative del territorio. L’iniziativa di oggi con Ti do una mano Onlus nasce proprio su questo solco". Oggi è un momento positivo per il comitato monzese a livello di sede e dotazioni. Lo storico edificio di via Pacinotti (dove si recano migliaia di cittadini per il servizio di guardia medica) è stato ristrutturato da pochi anni, e anche il parco mezzi oggi garantisce una buona copertura. Ieri è stata ufficialmente inaugurato il primo mezzo di motosoccorso, una imponente moto Yamaha donata dal colosso giapponese, che si aggiunge alle 8 autoambulanze (in buona parte arrivate grazie alle donazioni nel periodo Covid) e altri veicoli per trasporto di persone diversamente abili. Ma più che i mezzi, è lo spirito a muovere i volontari di Cri.
Così è per Alessandro Meloni, 33enne monzese, da 10 anni in Croce Rossa in cui "è finito un po’ per caso, un po’ per mettersi alla prova", su stimolo del fratello maggiore, "pensando di non durare", per scoprire poi invece che "una volta che entri non vuoi andartene più". "Io ho fatto un po’ di tutto, dall’ambulanza alle attività nel sociale, i momenti più emozionanti sono stati l’incontro con il Comitato di Croce Rossa tedesca e l’esperienza a Lampedusa. Vedere i migranti arrivare mi ha segnato. La bellezza di Cri è essere persone a servizio delle persone. E alla fine di ogni servizio ti porti a casa qualcosa, un sorriso, un’emozione".