BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Lesmo, incubo della legionella: due morti tra agosto e settembre. “Ma non c’è il contagio”

Secondo decesso, dopo il caso di quest'estate. Un terzo paziente è guarito. Le analisi di Ats confermano: "Tubature sicure, i tre episodi non sono collegati"

Laboratorio (foto d'archivio)

Laboratorio (foto d'archivio)

Lesmo (Monza e Brianza) – Fine dei controlli di Ats, legionella trovata a casa dell’anziano morto a fine agosto per il batterio-killer, in via Ungaretti, non altrove. "Un risultato scontato", spiegano in Comune. Ma c’è una seconda vittima, dalla parte opposta di Lesmo, in via Po, a pochi giorni di distanza, 10 settembre. Bilancio reso noto solo poche ore fa in aula da Sara Dossola, delega alle Politiche sociali, e un terzo caso, in via Marina, altra area ancora, che riguarda invece una donna, che "mi risulta - dice l’assessora - si sia concluso con le dimissioni della paziente dall’ospedale".

Sospiro di sollievo. "Abbiamo collaborato con l’azienda sanitaria e il dipartimento di Igiene e Prevenzione - aggiunge -. BrianzAcque ha avviato un processo di rinnovo dell’acqua con l’apertura degli idranti. Mentre Ats ha prelevato campioni sottoposti ad analisi sulle tubature dell’acquedotto nelle vicinanze delle zone in cui è emersa la malattia, risultato tutto negativo. Possiamo confermare che non ci sia stata diffusione tramite le condutture pubbliche".

Il caso è approdato in Consiglio dopo un’interrogazione di Tino Ghezzi (Idealesmo) che ha sollevato dubbi sui tempi in cui "la comunità è stata informata". Ma l’amministrazione spiega che "le comunicazioni sono state tempestive, pur non potendoci sostituire all’autorità sanitaria". Ats sin dal primo istante ha puntato sulla prevenzione e chiarisce che l’infezione polmonare "non si trasmette da uomo a uomo", ma soprattutto "non si prende bevendo acqua del rubinetto", il contagio avviene per inalazione, aria nella quale è presente il batterio, "fare la doccia o stirare non sono fonti di pericolo".

Timori che da quando è cominciata la vicenda non hanno smesso di circolare, "bisogna mantenere puliti gli impianti evitando ristagni d’acqua in serbatoi, autoclavi, tratti ciechi". C’è anche chi crede che "la malattia del legionario si prenda inalando il vapore dell’acqua di cottura della pasta", un’altra leggenda metropolitana da sfatare. La bollitura oltre i 60 gradi uccide il microbo. Fra i consigli per evitare problemi, "far correre l’acqua a lungo se le case sono rimaste vuote, o se le forniture sono state interrotte, la manutenzione è la regola migliore per evitare problemi", ribadisce Dossola. La stessa diligenza va usata con i condizionatori, "da ispezionare a cadenza regolare senza saltare mai il cambio filtri".