
Ospiterà anche famiglie che hanno perso tutto. Via al restyling da 1,8 milioni di euro a Ruginello di Vimercate
L’ex fabbrica di lampadari confiscata alla mafia nella frazione di Ruginello diventa rifugio per famiglie che hanno perso tutto, donne maltrattate e senza tetto. Via al restyling da 1,8 milioni con i fondi del Pnrr, il progetto è di Offertasociale, l’azienda pubblica del welfare controllata dai comuni della zona. Servizi a disposizione di tutto il territorio. Prende così forma la seconda vita della palazzina di tre piani, 600 metri quadrati e altri 600 di giardino in via Maria Ausiliatrice, che lo Stato ha consegnato a Vimercate dopo averla tolta alla criminalità organizzata. Adesso, si volta pagina sul serio.
La giunta Cereda aveva approvato il progetto finanziato dal Piano di ripresa e resilienza in due tranche, soldi per sistemare i muri e per riempire gli spazi di contenuti. La scelta della destinazione ai più fragili era stata fatta subito e da qui in poi l’intenzione diventerà realtà.
"Arriveranno così risposte a precisi bisogni di tutta la nostra area", sottolinea l’amministrazione. A cominciare dai nuclei che hanno avuto uno sfratto, o vivono in condizioni economiche così precarie da non riuscire più a mettersi un tetto sopra la testa. A opere finite, potranno appoggiarsi per un periodo ai nuovi mini alloggi, "una soluzione tampone in attesa di entrare in graduatoria per una casa popolare. Situazioni che si verificano spesso". Fra i casi contemplati, anche quello di moglie e fidanzate vessate che non possono più convivere con l’aguzzino. Un fenomeno in crescita anche qui. Nella vecchia ditta troveranno rifugio anche gli homeless che non vogliono tornare alla routine, ma hanno bisogno di punti di riferimento: un letto per dormire, docce per lavarsi. Sarà la "grande famiglia allargata" di Offertasociale a portare avanti i progetti. Una possibilità che aveva cominciato a farsi strada dal lontano 2012, quando dopo anni oscuri lo stabile a pochi metri dalla chiesa della frazione di Vimercate era stato strappato al malaffare. Nel 2021, dopo tanto abbandono, l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità aveva consegnato le chiavi della palazzina al Municipio ed era scattato l’iter per il recupero. Il cambio della guardia a Palazzo Trotti e la pandemia hanno allungato i tempi, ma adesso è tutto pronto per il ritorno della ex azienda alla città.