Bandiere e canti partigiani ieri pomeriggio al presidio di protesta organizzato da Anpi Monza in piazza Castello contro l ’evento dell’associazione di estrema destra Lealtà Azione, andato in scena in una sala comunale del teatro Binario 7, all’ex Gil.
Il caso ha voluto come teatro dello scontro a colpi di Carta costituzionale la vecchia sede della Gioventù italiana del littorio, dove per mano delle SS si consumò la vita della partigiana Salvatrice Benincasa, sotto la cui lapide commemorativa Anpi ha deposto un mazzo di papaveri. Sinistra indignata dop che l’associazione è riuscita ad ottenere l’uso del luogo pubblico con la firma di un documento in cui si è dichiarata aderente ai principi antifascisti della Costituzione. Da un lato il presidio antifascista, sul lato opposto dello slargo cittadino, di fronte all’ingresso del Binario 7, gli attivisti di Lealtà Azione, che hanno celebrato a teatro i 10 anni dall’apertura della sede monzese (chiamata Valinor), senza rispondere al dissenso.
Per il Comune si è trattata di una sorta di svista burocratica: il documento d’affitto della sala sarebbe stato fatto firmare dal concessionario del Teatro Binario 7, senza che prima fosse stata fatta una verifica sulla natura dell’associazione affittuaria. Su questo punto, in ogni caso, lo stesso presidente di Anpi Monza Maconi suggerisce al Comune di "avere un maggior controllo dei suoi spazi", mentre il segretario del Pd Valerio Imperatori riflette sul fatto che "è importante che un fatto come questo non diventi un precedente, e che non si ripeta più".
Tra i presenti apertamente critico con la giunta Domenico Di Modugno, segretario provinciale del Pci, che ha osservato che "non si possono delegare a terzi responsabilità politiche". Dall’amministrazione comunale hanno preso parte al presidio le assessore alla Cultura Arianna Bettin e alla Partecipazione Andreina Fumagalli - oltre al consigliere di LabMonza Francesco Racioppi - che hanno ribadito come non basti firmare una carta per essere antifascisti, e che chi non si dichiara realmente tale non può che essere fascista. Sul punto il rappresentante di Lealtà Azione Monza, Stefano Pavesi, risponde che gli iscritti all’associazione "non si considerano né fascisti né antifascisti", sottolineando di "non essere una formazione politica, ma una realtà associativa legalmente riconosciuta che organizza tante iniziative culturali e sociali, come ad esempio l’aiuto costante a una trentina di famiglie bisognose del territorio".